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M5S, Fico presenta la delibera per il taglio dei vitalizi

Roberto Fico vitalizi

Roberto Fico convoca l'ufficio di Presidenza e presenta il testo di delibera sul taglio dei vitalizi, anche per gli ex deputati. Le proteste.

Roberto Fico presenta la delibera per il superamento dei vitalizi dei deputati. Se il testo non subirà modifiche, il nuovo sistema entrerà in vigore dal primo novembre 2018. La norma ha come obiettivo quello di ricalcolare tutti i vitalizi con il sistema contributivo. Secondo il Presidente della Camera, il taglio dei vitalizi comporterà un risparmio, per le casse dello Stato, di circa quaranta milioni. In base ai nuovi calcoli, un deputato che ha concluso una sola legislatura prenderà al mese circa novecentottanta euro al mese.

Taglio vitalizi

Roberto Fico ha convocato oggi l’ufficio di Presidenza della Camera per presentare la delibera per il superamento dei vitalizi dei parlamentari. “Il taglio ai costi della politica è un tema su cui ci siamo concentrati da tempo ed è tra i principali obiettivi della legislatura” spiega il Presidente della Camera. “Il lavoro sulla delibera è stato costante e approfondito. – assicura – Continueremo a lavorare per il superamento definitivo dei privilegi con tre obiettivi: taglio dei costi, trasparenza e partecipazione”.

Il testo della delibera ha come oggetto, in particolare, il superamento dei vitalizi degli ex deputati. In base a questa delibera, tutti i vitalizi finora percepiti verranno quindi ricalcolati sulla base del sistema contributivo. Il MoVimento Cinque Stelle vorrebbe approvare la norma nel più breve tempo possibile. Montecitorio ha calendarizzato il voto della delibera in una data che va dal nove al tredici luglio. I deputati dei vari gruppi politici presenti alla Camera avranno circa una settimana di tempo per presentare gli emendamenti.

I numeri

In base ai calcoli della presidenza della Camera, il taglio dei vitalizi comporterebbe un risparmio per le casse dello Stato pari a circa quaranta milioni di euro. I vitalizi erogati agli ex deputati sono in tutto 1.405. Di questi, solo sessantasette non verranno toccati dal nuovo sistema. I restati 1.338 verranno invece ricalcolati con il sistema contributivo. In questa maniera l’ex deputato, se la delibera verrà approvata, si troverà a dover riscuotere un vitalizio decurtato anche oltre la metà dell’ammontare finora percepito.

E’ stato previsto infatti che, per chi subirà una decurtazione superiore al 50 per cento del vitalizio, un importo minimo di 1.470 euro. Un deputato che invece ha concluso una sola legislatura riuscirà a portarsi a casa appena (si fa per dire) 980 euro al mese. In base alla delibera, i vitalizi percepiti da ex deputati che hanno portato a termine almeno quattro legislature si fermeranno al valore che matureranno il 31 ottobre prossimo, alla vigilia dell’applicazione del nuovo sistema (sempre se sarà approvato).

Roberto Fico, nel presentare il testo, spiega che la stesura della delibera è stata conclusa anche grazie alla proficua collaborazione dell’istituto di previdenza (Inps) e dell’istituto di statistica (Istat), che hanno fornito tutti i numeri necessari per calcolare i nuovi importi.

Le proteste

Non mancano però le proteste, in primis quelle dell’Associazione degli ex parlamentari. In una nota dei primi di aprile, infatti, ricordava che “l’unica forma di intervento sui trattamenti previdenziali in essere ammessa dalla Corte Costituzionale in varie sentenze, è quella del contributo di solidarietà, a fini di solidarietà interna al sistema previdenziale, nel rispetto dei principi di legittimo affidamento, di ragionevolezza, di proporzionalità e di non reiterabilità”.

“Nessuna legge approvata dal Parlamento di modifica della disciplina previdenziale ha mai messo in discussione retroattivamente diritti già maturati dai cittadini” veniva evidenziato. “Anche i regolamenti vigenti di Camera e Senato in materia previdenziale hanno rispettato questo principio prevedendo l’applicabilità delle nuove norme soltanto a chi è diventato parlamentare dopo il primo gennaio 2012” si sottolineava. “E lo stesso Collegio di Appello della Camera dei deputati con sentenza n. 2 del 24 febbraio 2014 ha stabilito – veniva ancora rammentato – che proprio per rispetto di detto principio la misura del sistema contributivo introdotto dal regolamento del 2012 è ‘adottata esclusivamente de futuro'”.

L’Associazione chiarisce quindi che il taglio dei vitalizi per gli ex-parlamentari “avrebbe soltanto un significato punitivo, di delegittimazione e umiliazione della funzione parlamentare che è libera e indipendente”. “Uscire dai binari della legalità costituzionale, significa creare, inoltre, un pericoloso precedente che mette a rischio lo Stato di diritto e apre la strada al taglio delle pensioni in essere degli italiani” si evidenziava infine.

I problemi legali

L’Associazione degli ex parlamentari faceva inoltre notare come il metodo di calcolo contributivo sia stato introdotto in Italia solo a partire dal primo gennaio 1996. “È del tutto evidente che per i vitalizi erogati prima di quella data non si potrebbe procedere al metodo di ricalcolo contributivo” veniva precisato.

Inoltre, “l’applicazione retroattiva del metodo contributivo ai vitalizi degli ex-parlamentari obbligherebbe alla restituzione delle tasse” a chi ha maturato il sistema previdenziale in base al sistema retributivo, calcolate in oltre 154 milioni di euro tra Senato e Camera. Inoltre, dovrebbe essere restituito loro anche il contributo del 2,5 per cento per la reversibilità.

Ma non solo. L’Associazione sostiene che il ricalcolo contributivo dei vitalizi comporterebbe, inoltre, “la cancellazione di tutti i contributi di solidarietà non coperti da leggi dello Stato”. Tra le altre cose si fa notare poi anche che l’applicazione del calcolo contributivo deve prevedere l’incremento della propria contribuzione complessiva “con il riconoscimento dei periodi di servizio militare, di maternità e il riscatto della laurea”.