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M5S, maxi sconti per la restituzione dell'assegno di fine mandato

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Si pensa ad uno sconto sulla restituzione dell'assegno di fine mandato. Dov'è finita l'etica pentastellata?

In casa del Movimento 5 Stelle (M5S) ci sono i saldi e così si potrebbe aprire la stagione dei maxi sconti per la restituzione dell’assegno di fine mandato. E guai se in passato li chiamavano poltronari o si diceva che fossero lì solo per lo stipendio.

M5S, maxi sconti per la restituzione dell’assegno di fine mandato

Sia ben chiaro, un buon politico va pagato anche solo per le responsabilità e per l’impegno che ci mette a guidare il Paese, ma quando si urla “basta casta” scagliandosi contro le pensioni d’oro e i ricchi stipendi dei parlamentari poi si deve mantenere la promessa. Così fu fatto in un primo momento in cui il M5S era spinto da una forte ideologia. Erano i tempi di Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Beppe Grillo e Casaleggio. Ogni eletto con il movimento doveva restituire alla comunità una grossa parte della loro retribuzione.

Dai due terzi al 20% di restituzione: il saldi del Movimento 5 Stelle

Poi c’è stata una prima scissione e già allora Luigi Di Maio aveva parzialmente tradito il codice etico dei pentastellati proponendo di restituire due terzi della paga alla comunità ed un terzo doveva essere trattenuto dai parlamentari come liquidazione. Ma anche Di Maio è fuori adesso, e non solo dal Movimento. Come si legge sull’adnkronos si starebbe pensando addirittura ad un maxi sconto, ossia chiedere indietro il 20% della liquidazione spettante agli uscenti. Questo sta a significare che i parlamentari anche uscenti tratterrebbero l’80% di quanto guadagnato. Questo, oltre ad essere anti-etico, è anche un danno economico per i cittadini e per il partito che avrebbe meno fondi a disposizione.