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M5S, rilanciata la proposta della settimana lavorativa corta: meno ore a parità di stipendio

Il M5s ha nuovamente proposto di introdurre la settimana lavorativa corta in Italia: cosa hanno scritto i pentastellati sui social?

Il M5s ha nuovamente proposto di introdurre la settimana lavorativa corta in Italia: cosa hanno scritto i pentastellati sui social?

La proposta della settimana lavorativa corta è stata rilanciata dal Movimento 5 Stelle (M5S) dopo la diffusione di un recente studio britannico sulla questione. Il post condiviso sui social del partito.

M5S, rilanciata la proposta della settimana lavorativa corta: meno ore a parità di stipendio

Cavalcando la scia dell’ampio studio pubblicato nel Regno Unito che promuove la riduzione della settimana lavorativa a quattro giorni, il Movimento 5 Stelle ha nuovamente proposto la diminuzione delle ore che i lavoratori trascorrono in fabbrica o in ufficio, a parità di salario.

La misura era già stata proposta dai 5S che l’avevano anche inserita nel programma elettorale depositato per le politiche dello scorso 25 settembre. All’epoca, il presidente del M5S, Giuseppe Conte, aveva dichiarato: “Tutti gli studi in materia dimostrano che non è vero che più si lavora e più si è produttivi, oltre una certa soglia la produttività non migliora affatto, anzi”.

Ora, una nuova ricerca ha dimostrato che la settimana lavorativa di quattro giorni è un vantaggio non solo per i lavoratori ma anche per le imprese. Così, i pentastellati hanno rilanciato la proposta.

“Nel programma con cui ci siamo presentati alle ultime elezioni abbiamo lanciato una proposta chiara e precisa, che vogliamo strutturare insieme a sindacati e mondo produttivo: l’avvio di una riduzione del tempo di lavoro a parità di salario concentrata, in via sperimentale, nei settori a più alta intensità tecnologica, prevedendo – per le aziende che aderiranno – crediti di imposta, incentivi per l’acquisto di nuovi macchinari ed esoneri contributivi per nuove assunzioni”, si legge nel post condiviso sui social dal M5S nella giornata di sabato 25 febbraio.

Il post condiviso sui social

A questo proposito, è stato sottolineato che nel 2020, con il Fondo nuove competenze istituito dall’ex ministra Nuncia Catalfo inserito nel decreto Rilancio, il Governo Conte Bis aveva già introdotto “una misura orientata in tal senso”. Ed è stato precisato che, con il contributo statale e quello delle risorse europee, il Fondo prevedeva “la destinazione di parte dell’orario di lavoro alla formazione al fine di accrescere le competenze dei dipendenti, garantendo loro il 100% della retribuzione mensile”.

Infine, il M5S ha precisato: “Così facendo, le società avevano da un lato lavoratori più formati e, dall’altro, una diminuzione del costo del lavoro. Fino ad agosto 2022, il Fondo aveva coinvolto 720mila lavoratori di 14.500 imprese di piccole, medie e grandi dimensioni – e ha concluso –. Un primo, importante passo, a cui ora devono seguirne altri. Il progresso va accompagnato, non fermato. Facciamolo”.