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Maestro arrestato per pedopornografia: aveva foto di Yara

Maestro

Un maestro di musica, 49 anni, è stato arrestato nella zona di Pescara per detenzione di materiale pedopornografico. Riguardava anche Yara Gambirasio.

Un maestro di musica del Pescarese, 49 anni, è stato arrestato nella mattinata di giovedì 28 giugno per detenzione di un’impressionante quantità di materiale pedopornografico. Nel suo computer sono state trovate immagini dei suoi alunni e anche di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo, scomparsa il 26 novembre 2010 e ritrovata cadavere tre mesi più tardi a dieci chilometri da casa sua, in un campo aperto a Chignolo d’Isola. Con l’accusa di averla seviziata e uccisa, è in carcere condannato all’ergastolo in primo grado l’ex carpentiere di Mapello Massimo Giuseppe Bossetti.

Le indagini sull’insegnante abruzzese sono state condotte dagli agenti del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni Abruzzo di Pescara. L’uomo finito in manette, si trova ora agli arresti domiciliari.

I dettagli della vicenda

Il maestro di musica arrestato insegnava sia privatamente che in una scuola. Il materiale illecito in suo possesso è stato trovato su hard disk e su computer dalla Polizia Postale diretta dal vicequestore Elisabetta Narciso. L’uomo deteneva circa 5.600 video e 130mila immagini pornografiche, 1.075 delle quali riguardanti bambini. Molti erano suoi allievi. Tutto ciò veniva condiviso via Skype con altri soggetti. L’insegnante era indagato dal dicembre 2017 nell’ambito di una vasta indagine, che coinvolgeva anche Milano.

Ora è tenuto a non avere contatti telefonici o telematici con nessuno a parte i parenti, i suoi fratelli. A questi ultimi sono stati sequestrati tutti i supporti informatici, come computer, tablet, smartphone e hard disk.

L’arresto del maestro si è resa necessario perché, per via della sua professione, egli era in costante contatto con dei minori. Lo ha spiegato Elvira D’Amato, responsabile della sezione Cybercrime della Polizia Postale di Pescara.

Polizia Postale

Le novità su Yara

Intanto ci sono importanti sviluppi sulla terribile vicenda della ragazzina di Brembate di Sopra. La difesa di Massimo Giuseppe Bossetti aveva sostenuto a suo tempo che, oltre al Dna del carpentiere e naturalmente quello della tredicenne, sul cadavere ci fosse quello di una terza persona. Tuttavia le prove presentate non furono ritenute sufficienti dai giudici che avevano già emesso la sentenza.

Ora, in vista del processo davanti alla Corte di Cassazione previsto per il 12 ottobre del 2018, quest’ipotesi viene rilanciata da Peter Gill, professore universitario a Oslo considerato il maggior esperto di Dna in ambito forense, già interpellato dagli avvocati di Bossetti in occasione dell’Appello.

In più Laura Letizia, sorella gemella del detenuto, ha sostenuto in un’intervista al settimanale Oggi che il fratello abbia scoperto in carcere il nome del vero assassino della giovanissima ginnasta. La donna, facendo riferimento a una strana lettera inviata da Massimo Giuseppe alla trasmissione Quarto Grado, dice di aspettarsi che egli riveli ciò che ha saputo.

Laura Letizia Bossetti