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Mafia Capitale: domani ritorno in Cassazione per Buzzi e Carminati, pg ‘confermare condanne’

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Roma, 28 set. (Adnkronos) - Potrebbe arrivare domani dalla Cassazione la decisione definitiva sui due protagonisti principali dell’inchiesta Mafia Capitale, Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, condannati nel processo di Appello bis rispettivamente a 12 e 10 mesi e 10 anni. Un processo a cui s...

Roma, 28 set. (Adnkronos) – Potrebbe arrivare domani dalla Cassazione la decisione definitiva sui due protagonisti principali dell’inchiesta Mafia Capitale, Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, condannati nel processo di Appello bis rispettivamente a 12 e 10 mesi e 10 anni. Un processo a cui si era arrivati proprio dopo che la Suprema Corte il 22 ottobre del 2019 aveva fatto cadere per tutti gli imputati il 416bis, l’accusa di associazione mafiosa. L’udienza di domani potrebbe essere l’ultimo atto, a quasi otto anni di distanza dall’operazione ‘Mondo di Mezzo’ che con due retate, il 2 dicembre 2014 e il 4 giugno 2015, ha portato all'arresto di 37 e 44 persone.

In vista dell’udienza di domani davanti ai giudici della Seconda Sezione penale, la procura generale della Cassazione ha depositato la requisitoria con le conclusioni scritte chiedendo di dichiarare inammissibili i ricorsi presentati dalle difese di Carminati e Buzzi. In merito all’ex Nar, il sostituto procuratore generale Lidia Giorgio sottolinea il “curriculum criminale”, la “gravità della vicenda associativa accertata (‘inquinando persistentemente e pesantemente, con metodi corruttivi persuasivi, le scelte politiche e l’agire pubblico dell’ente locale’, definito una ‘mucca da mungere’) e il “ruolo apicale ricoperto da Carminati”. Inoltre, secondo la Procura generale, “in sentenza, cioè, ad avviso di questo Ufficio si spiegano adeguatamente e in conformità al diritto le ragioni per le quali, pur a fronte della derubricazione del delitto associativo ai sensi dell’art. 416 c.p. (unitamente al connesso venir meno dell’aggravante mafiosa) e della necessità di applicare il principio del divieto di reformatio in peius ex art. 597 c.p.p., i fatti riferiti a Carminati permangono gravi in virtù degli elementi indicatori descritti in sentenza dal giudice del rinvio e giustificano un trattamento sanzionatorio che si discosta dal minimo edittale della pena base, ma resta al di sotto della media edittale”.

Per quanto riguarda invece il ricorso presentato dalla difesa di Buzzi, il sostituto procuratore generale evidenzia, nella requisitoria scritta, il “ruolo apicale svolto” dall’ex ras delle cooperative “unitamente al Carminati” oltre al “numero e alla gravità delle condotte accertate (…) al pesante e grave inquinamento della cosa pubblica, nonché -tra gli indici rivelatori della peculiare modalità dell’attività delittuosa e della connessa allarmante gravità- all’assoluto disinteresse di Buzzi per i controlli pubblici, al completo ribaltamento della logica ispiratrice del mondo delle cooperative, oltre che all’appoggio di concorrenti ex art. 110 c.p. e di altro gruppo associativo caratterizzato da strategie criminali violente ed estorsive, ovvero l’associazione di corso Francia, per il recupero dei crediti”. Se domani le richieste della Procura Generale dovessero essere accolte dai supremi giudici, per Buzzi e Carminati potrebbero riaprirsi le porte del carcere.