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Mafia: Gasparri, 'certi magistrati devono cambiare mestiere'

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Roma, 25 set. (Adnkronos) - “Oggi due cose ci sono da leggere in merito alla assoluzione di Subranni, Mori, De Donno e Dell'Utri. L’ex magistrato Nordio su un giornale scrive con chiarezza: 'in un Paese normale magistrati che prendono simili cantonate il giorno dopo cambiano me...

Roma, 25 set. (Adnkronos) – “Oggi due cose ci sono da leggere in merito alla assoluzione di Subranni, Mori, De Donno e Dell'Utri. L’ex magistrato Nordio su un giornale scrive con chiarezza: 'in un Paese normale magistrati che prendono simili cantonate il giorno dopo cambiano mestiere'. La penso come Nordio e questo problema in riferimento ad alcune persone andrà posto anche in Parlamento e non solo". Lo afferma il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri.

"L'altra cosa da leggere con grande attenzione -aggiunge- è l'intervista alla figlia di Paolo Borsellino, Fiammetta. La quale conferma le cose che io vado denunciando danni. Sulla la strage di via d'Amelio dice: 'l'elemento acceleratore è stato il dossier mafia e appalti, archiviato con la richiesta della Procura vistata dal procuratore Giammanco il 22 luglio, cioè tre giorni dopo la morte di mio padre. E questo nonostante mio padre il 14 luglio avesse chiesto conto e ragione del perché a quel dossier non venisse dato ampio respiro nell'occasione della riunione nella Procura davanti a tutti i sostituti. Ci sono tutti i riscontri di questo che sto dicendo'. Ha ragione Fiammetta Borsellino e sull'archiviazione di quell'inchiesta mafia-appalti c'è anche la firma dell'attuale Procuratore generale di Palermo. E Fiammetta Borsellino nell'intervista racconta di come il padre avesse registrato la contrarietà del Ros, che aveva fatto l’inchiesta, sul fatto che non si desse a quella iniziativa un adeguato seguito".

"Questi sono i fatti che contano. Chi ha imbastito un processo ingiusto danneggiando delle persone ha anche offeso la memoria di Falcone e Borsellino. E questa gente -conclude Gasparri- si deve vergognare, sia che operi nei palazzi di giustizia che nel mondo mediatico e in quello politico”.