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Mafia, Gdf sequestra 30 mln a imprenditore ragusano

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Mafia, la Guardia di Finanza ha sequestrato 30 milioni di euro a Rosario D'Agosta, un imprenditore di 64 anni nel ragusano

La Guardia di Finanza, su proposta della Procura distrettuale di Catania, ha effettuato un provvedimento di sequestro di oltre 30 milioni di euro nei confronti di Antonio D’Agosta, un imprenditore ragusano. L’uomo è conosciuto dalle forze dell’ordine perchè in passato coinvolto in vicende di mafia.

Mafia, sequestrati 30 milioni di euro a imprenditore ragusano

Il tribunale di Ragusa ha emesso un provvedimento di sequestro nei confronti di un imprenditore ragusano di 64 anni, Rosario D’Agosta. Il provvedimento è stato poi eseguito dalla Guardia di Finanza della Procura distrettuale di Catania, che ha sequestrato un totale di oltre 30 milioni di euro all’imprenditore.

L’uomo è stato accusato di essere contiguo a “Cosa Nostra”, dopo essere stato inizialmente affiliato alla “Stidda di Vittoria, sempre nel ragusano.

Secondo gli inquirenti, questo patrimonio è stato guadagnato in maniera illegale ed illecita. Ed è stato conseguito soprattutto grazie al monopolio di Rosario D’Agosta per quanto riguarda il settore della commercializzazione e dell’installazione di alcuni apparecchi e strumenti da gioco appositamente truccati e poi immessi nel territorio ragusano.

Questa attività illecita è stata portata avanti da D’Agosta per diversi anni (l’uomo la cominciò già a partire dai primi anni ’90), per decenni. E inoltre è testimoniata anche dai vari controlli amministrativi. Che in seguito hanno portato anche al sequestro di un gran numero di macchinette considerate illegali. Ma non solo. Oltre al sequestro si è arrivati anche alla revoca di tutte le licenze per la gestione degli apparecchi e degli strumenti da gioco

Chi è Rosario D’Agosta: i suoi precedenti

Rosario D’Agosto non è un volto nuovo alle forze dell’ordine. L’uomo, un imprenditore ragusano di 64 anni, nel 2015 era stato condannato in primo grado a cinque anni di reclusione per il tentato omicidio, avvenuto nel 2009, di Giuseppe Doilo, anch’egli membro e appartenente alla “Stidda”.

In quel momento, quella vicenda ha segnato momenti di tensione tra le fazioni e i rappresentanti proprio della “Stidda” e di “Cosa Nostra”.

Ma non è finita qui. Lo stesso D’Agosta è stato coinvolto anche in un’altra vicenda giudiziaria. Questa vicenda invece risale al 2014, quando l’imprenditore ragusano ha minacciato un collaboratore di giustizia. D’Agosta, infatti, pronunciò le seguenti parole di minaccia nei confronti della persona che voleva collaborare con le forze dell’ordine: “Fermati che te la devo far pagare. Ti devo uccidere”, disse.

A seguito di questa ennesima vicenda, Rosario D’Agosta fu condannato dal Tribunale di Catania a sei mesi di reclusione con l’accusa di minaccia aggravata dai metodi mafiosi.