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I maggiori consumatori di pornografia sono i paesi religiosi: ecco perché

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In base a uno studio analizzato, si scopre che i maggiori consumatori di pornografia sono i paesi religiosi. Ecco svelato il motivo di questo fatto.

In base ad alcuni dati emersi secondo uno studio, i paesi maggiormente consumatori di pornografia sembrerebbero gli stati religiosi in quanto è proprio il contesto culturale presente ad incoraggiare le esperienze sessuali private.

La pornografia è un mondo molto ampio e i siti pornografici hanno un mercato maggiormente ampio e in continua espansione. Per questo, le ricerche non possono non considerare questo fatto e non prenderlo in considerazione. I dati analizzati da Google Trends permettono di capire il tipo di parole usate e quali sono queste ricerche in merito. Confrontando le varie aree geografiche, si è scoperto che i maggiori consumatori di pornografia sono proprio i paesi religiosi.

I ricercatori spiegano in questo modo cosa sia realmente successo e cosa hanno analizzato. “Mentre il collegamento tra caratteristiche religiose personali e consumo di pornografia è ampiamente studiato, poche ricerche hanno cercato di capire se il contesto religioso più ampio possa influenzare il consumo” . In base a questa analisi, è risultato che gli stati religiosi sono i maggiori fruitori di pornografia e di ricerche a luci rosse su Internet.

Non è l’unica ricerca fatta in materia di pornografia. In una ricerca fatta precedentemente si è scoperto che per quanto riguarda la pornografia vi sono due periodi in cui il bisogno di cercare materiale pornografico è maggiormente evidente. I periodi o meglio le stagioni dell’amore, come sono state definite dagli esperti, sono in inverno e in estate.

In base ai dati e alle ricerche condotte da Google, si è scoperto che i primi sei paesi in cui il consumo di pornografia è maggiormente elevato, sono i paesi a maggioranza musulmana. Tra questi paesi, il primo posto è il Pakistan, seguito poi da Egitto, Marocco, Iran, Arabia Saudita e Turchia. La voglia di sesso e il consumo di pornografia on line è sempre più in crescita.

Le parole dell’autore della ricerca

In base a quanto raccontato dal Dr. Perry, che si occupa di questo studio, «Più specificatamente, coloro che dal 2006 al 2012 presentavano un consumo medio di almeno un video porno a settimana, pregavano o partecipavano alle funzioni religiose più spesso rispetto a chi ne vedeva uno al mese o ancora meno. «Per gli americani religiosi, il porno è in contrasto con la loro visione della morale sessuale. Si tratta di un problema etico enorme, soprattutto quando questa pratica è stabile e frequente».

«Potrebbe essere che chi fa uso di pornografia ai più alti livelli sappia separare le due abitudini (andare in chiesa e vedere video hard) in modo da viversele pacificamente, senza che esse entrino in conflitto. In questo modo, il porno è diventato per costoro qualcosa di talmente assiduo che, facendone un consumo quotidiano, non li fa sentire in colpa».

La ricerca non vuole dire che la religione porti a trasgredire, ma le persone religiose o che vanno in chiesa possono essere i maggiori frequentatori di siti porno e di chat, al contrario di quanto si può pensare.