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Maha Abdel Raman, la tutor di Giulio Regeni non si è mai presentata alle convocazioni

Maha Abdel Raman

Maha Abdel Raman, la tutor di Giulio Regeni, fu convocata dalla magistratura italiana. La professoressa però non si è mai presentata.

Maha Abdel Raman, la tutor di Giulio Regeni, è stata convocata la prima volta dai magistrati italiani il 7 giugno alle 9 del mattino. L’appuntamento però subì uno slittamento di orario, prima alle 16 dello stesso giorno e poi al giorno seguente. La professoressa ovviamente non si è presentata in nessuna delle occasioni. Motivo che porta gli inquirenti a sospettare proprio che la professoressa possa essere coinvolta nel suo caso, o peggio, che non abbia fatto nulla per salvarlo.

Maha Abdel Raman, la tutor

La tutor di Giulio Regeni è stata più volte convocata dalla Procura di Roma, la professoressa, che sarebbe vicina di Fratelli Musulmani, però non si è mai presentata. Alcune conversazioni Skype ed email confermerebbero che Maha Abdel Raman in realtà abbia mentito e omesso alcune circostanze circa il suo rapporto con Regeni. La professoressa dell’Università di Cambridge aveva ricevuto da parte di Regeni i suoi report. Questi dieci report rappresentavano una parte dell’intera ricerca condotta dallo studente italiano. La professoressa sembra che sia stata la mandante dello studio che stava svolgendo il giovane studente italiano. Il suo studio consisteva nel fare una ricerca sul sindacato dei venditori ambulanti. Ma la professoressa universitaria, essendo di origini egiziane, era praticamente impossibile che non sapesse nulla dei rischi che correva Giulio Regeni.

Le accuse

Maha Abdel Raman è una netta oppositrice del regime militare ed è considerata una persona vicina alla Fratellanza Musulmana. Motivo in più per credere che fosse al corrente dei pericoli che avrebbe potuto correre lo studente. La professoressa non ha adottato nessuna misura per cercare di proteggerlo. Non gli ha nemmeno consigliato di sospendere la ricerca e rientrare a Cambridge. Puntato contro di lei, fin dall’inizio, c’era il dito del generale Mario Mori, ex comandante del Ros e direttore del Sisde. L’aveva accusata di aver mandato il giovane ricercatore in un ambiente estremamente pericoloso. Senza avvisarlo delle potenziali difficoltà che avrebbe potuto riscontrare. Secondo quanto dice il generale la donna avrebbe avuto un interesse personale a scandagliare la situazione egiziana. Giulio Regeni era il mezzo con cui arrivare al suo scopo.

Ulteriori accuse

Anche Federico Varese, criminologo dell’Università di Oxford, ha confermato le accuse. Anche lui infatti dichiara che la donna ha approvato un tema di tesi che sapeva benissimo lo avrebbe messo in grave pericolo. Maha Abdel Raman in ogni caso non era da sola. Faceva coppia con l’altra relatrice Anne Alexander. Entrambe quindi hanno approvato uno studio che avrebbe portato a gravi conseguenze. Le due inoltre raccontano che la morte dello studente fa parte di una delle strategie del regime. Il regime vuole intimidire e lo fa attraverso la tortura e l’uccisione di attivisti, sindacalisti e studiosi. Ammettono però che questo studio avrebbe potuto mettere in pericolo la vita del ragazzo.

Impossibile proteggerlo

Le due relatrici oltre a non aver fatto nulla personalmente per proteggerlo lo hanno messo in una situazione ancora peggiore di quello che in realtà era. Giulio Regeni non poteva essere protetto adeguatamente perchè l’italiano era un ousider. Ovvero non era abbastanza attivista per essere protetto e creduto dagli altri attivisti e tantomeno non era una spia, quindi non poteva essere protetto nemmeno da altri apparati. Il ragazzo che si trovava in Egitto ha poi più volte specificato di senirsi in pericolo, ma nessuno gli ha consigliato di tornare indietro.