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Malaria, bimba di 4 anni morta: aperte due inchieste

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Bambina morta di malaria, la Procura di Trento indaga d'ufficio per omicidio colposo contro ignoti.

La bambina di quattro anni morta per la malaria rappresenta un caso di cui mai si pensava si potesse parlare. Perdere la vita così piccoli per una malattia che dovrebbe far parte di un remoto passato, appare ancora adesso assolutamente incredibile.

La piccola, come avrete già avuto modo di leggere o sentire, è deceduta all’Ospedale Santa Chiara di Trento, tra la notte di domenica 3 e lunedì 4 settembre. Il suo nome era Sofia Zago, e ancora oggi si cerca di capire cosa sia successo esattamente.

I medici e gli esperti chiamati in causa per fare luce sulla tragica vicenda, stanno cercando di dare una spiegazione a ciò che è avvenuto. Come già indicato la famiglia, nei mesi scorsi, non si era recata all’estero o comunque in Paesi a rischio. L’unico spostamento è stata una vacanza a Bibione, in Veneto.

L’intervento della magistratura.

Adesso arriva la notizia che la Procura di Trento, in seguito alle ancora non chiarite circostanze della dipartita di Sofia, ha avviato un’indagine d’ufficio per omicidio colposo contro ignoti. Non si cercano colpevoli ma si vuole individuare chi ha la responsabilità ci ciò che è accaduto.

L’inchiesta punterà ad accertare se siano stati seguiti tutti i protocolli prescritti per le cure, così da ricostruire le tappe cliniche che hanno portato al decesso. Gli inquirenti acquisiranno la documentazione dalle strutture sanitarie che hanno curato la bambina. Oltre a Trento, aperta un’inchiesta anche a Brescia.

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I fatti

Prima che si giungesse al tragico epilogo, Sofia era stata portata in ospedale una prima volta per complicazioni derivate dal diabete. I genitori e la piccola si erano recati inizialmente nell’ospedale di Portogruaro (Venezia) e poi in quello di Trento. Era stata ricoverata dapprima con la diagnosi di una faringite e poi, a seguito di una febbre molto alta che non accennava a calare, le è stata diagnosticata la malaria.

Probabilmente il trasferimento a Brescia, dove c’era la possibilità di farla seguire da un team di esperti in malattie tropicali, le è stato fatale. A parte i timori e i dubbi rispetto a come è stata gestita la paziente, rimane da verificare come sia avvenuto il contagio.

Potrebbe essere stata punta da una zanzara, oppure è stata contagiata attraverso alcuni strumenti utilizzati per le cure? Troppi sono gli interrogativi ancora in sospeso. Il titolare del fascicolo a Trento, su cui sta lavorando il Nas dei carabinieri, è il procuratore capo, Marco Gallina, attualmente in attesa di acquisire dall’ospedale di Portogruaro, la documentazione per i giorni di ricovero di Sofia nella struttura.

Attualmente c’è un solo dato certo: nell’ospedale di Trento dove erano state posizionate alcune trappole nel reparto pediatria, non sono state trovate zanzare. L’Azienda sanitaria trentina aveva posizionato le trappole lunedì e le ha raccolte martedì, ottenendo quindi esito negativo per la presenza di insetti portatrici di malaria.

Il parassita che ha ucciso Sofia

Unica certezza, però, è che il parassita che ha colpito Sofia è il Plasmodium falciparum, lo stesso per la bimba e per gli altri due bambini ricoverati nello stesso reparto. Nunzia Di Palma, direttrice dell’unità operativa di pediatria dell’ospedale di Trento ne è certa:

“Possono esserci diversi ceppi. Da appurare è quindi se sia o meno lo stesso. Di questo si sta occupando l’Istituto superore di sanità. La procedura sarà possibile grazie al fatto che “quando viene effettuata una diagnosi di malaria il protocollo prevede che l’ospedale interessato avverta l’Iss e invii i relativi vetrini, con cui speriamo che possano essere effettuate le indagini molecolari per individuare i ceppi, se contengono materiale sufficiente per l’esame.”.