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Malaria, ecco come è morta la piccola Sofia

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L'autopsia sul corpo di Sofia conferma il decesso per malaria. Ma restano ancora misteriose le cause del decesso. Si attendono i risultati delle analisi per verificare il ceppo di malaria.

Sviluppi sul caso della bambina morta di malaria

Nuovi sviluppi sul decesso della piccola Sofia, la bimba uccisa misteriosamente dalla malaria. È stata fatta ieri l’autopsia sul corpo della poverina, e ci sono state delle sentenze. Sofia è morta a causa della malaria, adesso bisogna verificare il ceppo della malattia, per confrontarlo con quello degli altri malati nell’ospedale di Trento.

L’autopsia sul corpo della piccola Sofia

“L’autopsia ha confermato il referto e la diagnosi ospedaliera di morte per encefalopatite malarica“. E’ il risultato dell’autopsia effettuata sul corpo della bambina di 4 anni morta lunedì in ospedale a Brescia dopo i ricoveri a Portogruaro e a Trento. Marco Gallina, procuratore capo di Trento, ha dichiarato dopo i risultati dell’autopsia: “La Procura di Trento sta trasmettendo in questi momenti a Brescia il nulla osta per la sepoltura della bambina” . “Presto – ha poi concluso – i familiari avranno a disposizione la loro bambina”.

Le indagini, per scoprire in che modo la poveretta sia stata contagiata dalla malattia, proseguono. “Prima di trarre delle conclusioni affrettate è meglio partire dalla realtà. La vicenda ci insegna, in generale, che è importante fare prevenzione sanitaria”, ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso a margine della lectio magistralis che ha tenuto in apertura del Festival della Comunicazione di Camogli.

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Sviluppo delle indagini

Gli ispettori del ministero e dell’Iss, inviati per fare chiarezza sul caso, nel pomeriggio di ieri sono arrivati nel reparto di pediatria e nel laboratorio di microbiologia dell’ospedale di Trento. “In microbiologia – ha spiegato Paolo Bordon, direttore generale dell’Azienda provinciale dei servizi sanitari del Trentino, in una conferenza stampa a conclusione della visita – ci sono i campioni di sangue sia della bambina che degli altri pazienti che hanno avuto la malaria”.

Il capo della delegazione, Andrea Piccioli, ha spiegato Bordon, si è concentrato sul periodo dal 16 agosto al 2 settembre, quindi sui ricoveri di Sofia in quel periodo a Trento. Il giro degli ispettori è durato un paio di ore, stessa durata dell’ispezione effettuta in mattinata all’ospedale di Portogruaro dove, però, ha precisato il procuratore Gallina,”non risultano casi recenti di pazienti ricoverati per malaria”.

Bordon ha consegnato agli ispettori la documentazione, che si aggiunge a una relazione già spedita al ministero martedì. “Gli ispettori – ha spiegato – hanno dunque a disposizione copia delle cartelle cliniche sia di Sofia che degli altri pazienti con malaria, un elenco dei fatti e i referti del pronto soccorso”.

Gli ispettori si sono soffermati sulle procedure del reparto di pediatria, hanno sentito testimonianze del personale. In particolare hanno visitato e controllato i luoghi dove sono state ospitate le pazienti, cioè la piccola morta e le due bambine ricoverate nello stesso periodo nel reparto e guarite. Hanno incontrato, poi, Paolo Lanzafame, primario di microbiologia, a proposito dei prelievi effettuati. Si tratta di prelievi “sotto sequestro giudiziario in microbiologia, destinati a indagini di tipo molecolare che effettuerà l’Iss” ha spiegato Bordon.

Oltre agli ispettori, all’ospedale Santa Chiara di Trento sono arrivati anche i carabinieri del Nas, che già avevano fatto sopralluoghi nella struttura sia mercoledì che martedì.

Verifica del ceppo di malaria

Oltre all’autopsia, gli esperti attendono i risultati di ulteriori analisi. Sono state eseguite anche quelle per individuare il ceppo di malaria che ha colpito la poverina. Sono però necessari ancora alcuni giorni. Se, infatti, già lo stesso ospedale di Trento ha potuto accertare che la piccola era stata colpita dallo stesso tipo di malaria dei quattro altri pazienti presenti al Santa Chiara in quei giorni, serve identificare anche il ceppo.

Il parassita comune ai quattro pazienti, tra cui due pediatrici, è il plasmodium falciparum, di cui ci sono diverse forme. Come da procedura in caso di malaria, i vetrini col materiale dei pazienti erano stati inviati all’Iss, ma la Procura ha chiesto di raccogliere altro materiale durante l’esecuzione dell’autopsia.

Contagio ancora da chiarire

Al momento, quindi, non viene esclusa nessuna ipotesi sulla dinamica del contagio, che è ancora misterioso. Adesso gli esperti si stanno concentrando sulla possibilità che la piccola sia stata contagiata mentre era a Bibione, cioè prima dei primi due ricoveri. “Abbiamo ricevuto tutta la documentazione e valutato i tempi di incubazione della malaria, tra i 14 e i 20 giorni, che sono perciò compatibili con le date in cui Sofia era al mare”, ha detto a Repubblica Raniero Guerra, direttore generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute, capo della task force che sta conducendo le indagini.

È già stato accertato che a Sofia non sono state eseguite trasfusioni “ed è anche escluso che ci sia potuto essere un contatto accidentale di sangue infetto con il sangue di Sofia. Questo perché per trasmettere la malaria non basta una goccia di sangue che si poggia su una ferita, ci vuole una inoculazione di sangue infetto”. Intanto saranno anche analizzati i campioni di sangue prelevati ai bambini del Burkina Faso: “I criocongelati del sangue sono già arrivati a Roma”. Esclude però che ci siano in Italia zanzare che possano trasmettere il plasmodium falciparum: “Non ci sono le condizioni”.