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Maltempo in Sicilia, climatologa Baldi: "Eventi estremi aumenteranno, colpa del cambiamento climatico"

Ciclone

Marina Baldi, climatologa del CNR, ha dichiarato che gli eventi estremi aumenteranno a causa del cambiamento climatico.

Marina Baldi, climatologa del CNR, ha dichiarato che gli eventi estremi aumenteranno a causa del cambiamento climatico. “Se non invertiamo la rotta, andremo verso un clima sempre più violento” ha dichiarato l’esperta. 

Maltempo in Sicilia, climatologa Baldi: la situazione nelle Regioni colpite

Dopo l’annuncio di una nuova e violenta ondata di maltempo, che arriverà nelle prossime ore, c’è molta preoccupazione per la Sicilia e la Calabria. Una sola giornata di tregua, seguita da una nuova burrasca foza 7 sullo stretto, che potrebbe peggiorare. La Protezione Civile ha diramato un’allerta meteo arancione per mareggiate, intensa attività elettrica, raffiche di vento e rovesci di forte intensità. Quello che che è accaduto nei giorni scorsi potrebbe ripetersi e causare ulteriori danni. Per questo gli esperti invitano alla massima prudenza. Marina Baldi, climatologa del CNR, ricercatrice dell’Istituto di Biometeorologia, ha parlato di questa situazione su Fanpage.it. 

Maltempo in Sicilia, climatologa Baldi:  cosa sta succedendo? 

Marina Baldi ha spiegato che si è creata una seccatura, zona di bassa pressione concentrata sul Mar Ionio, con ai lati due aree di alta pressione. “Questo sistema sta attirando masse di aria calda dal Nord Africa che si sono modificate sorvolando il Mar Mediterraneo; in questo modo si è generato un ciclone abbastanza stazionario tra Sicilia e Calabria ionica, che sta insistendo soprattutto sul messinese, Catania e Siracusa” ha dichiarato. “La situazione però si sta evolvendo piuttosto rapidamente, quindi vanno tenute d’occhio le previsioni a breve e brevissimo termine. Impossibile sapere cosa accadrà nei prossimi tre/quattro giorni, ma le piogge saranno ancora importanti. Speriamo però non abbondanti come quelle di due giorni fa” ha aggiunto. 

La climatologa ha spiegato che non si tratta di un uragano. “Questo che sta insistendo tra Sicilia e Calabria è un ciclone e, a differenza degli uragani, è dovuto alla presenza di una saccatura, cioè di una lingua di bassa pressione tra due aree di alta pressione. L’aria calda stavolta non sale dalla superficie marina, ma arriva dal Nord Africa. Non è corretto neppure definire “medicane” (piccolo uragano mediterraneo) il fenomeno che si sta verificando in Sicilia e Calabria, anche se alcune caratteristiche sono molto simili, ad esempio l’abbondanza delle precipitazioni e l’intensità dei venti” ha aggiunto. 

Maltempo in Sicilia, climatologa Baldi: “La frequenza di questi fenomeni è aumentata per il cambiamento climatico”

Fenomeni di questo genere ci sono sempre stati soprattutto in alcune zone del Mediterraneo, per esempio tra Sicilia e Calabria, sul golfo ligure, la costa tirrenica e la Grecia. Quello che però stiamo osservando negli ultimi 30 anni è che la frequenza di questi fenomeni è aumentata, e questo è dovuto al cambiamento climatico. Nell’atmosfera si è concentrata una maggiore energia, che poi si libera sovente dando vita a questi eventi estremi” ha spiegato la climatologa. Un ulteriore aumento della temperatura oltre il limite di 1,5 gradi porterà più energia nel sistema climatico, ha spiegato l’esperta, e questo aumenterà i fenomeni meteo estremi. “Se non invertiamo la rotta andremo verso un clima sempre più violento: aumenteranno nubifragi, uragani, cicloni, ondate di calore, lunghe siccità. È urgente che alla Cop26 tutti i paesi trovino un accordo per ridurre al massimo le emissioni di Co2 derivanti dalle attività umane. Questa è l’unica cosa che possiamo fare in questo momento, oltre a progettare e realizzare l’adattamento al clima del futuro” ha aggiunto. 

Maltempo in Sicilia, climatologa Baldi: “Spostare intere comunità dalle zone in cui si alzerà il livello del mare”

Laddove sono frequenti nubifragi come quelli di questi giorni in Sicilia realizzare delle apposite opere ingegneristiche per mitigare i danni. Un altro esempio di adattamento sarà programmare lo spostamento di intere comunità dalle zone in cui si alzerà il livello del mare, non solo in Italia ovviamente: penso alle piccole isole del Mediterraneo che diventeranno invivibili non solo per l’uomo, ma per tutta la flora e la fauna. Ciò accadrà anche in alcune zone di Sicilia e Sardegna, dove certe specie endemiche non avranno più la possibilità di sopravvivere. Non vanno poi dimenticate alcune aree delle coste tirreniche e adriatiche particolarmente interessate dall’espansione del mare, ad esempio Venezia e il Delta del Po” ha spiegato la climatologa, parlando di quello che può accadere nel futuro.