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Mamma scopre che la figlia respira ancora al suo funerale

bambina respira al suo funerale

Honduras, San Pedro Sula. Bambina di 7 mesi ritenuta morta, respira al suo funerale. Madre incredula: le avevano rilasciato il certificato di morte.

Honduras: la bambina che era stata dichiarata morta, respira proprio al suo funerale, riprendendo vita. È il caso della neonata di 7 mesi, Keilin Johanna Ortiz Montoya. La neonata era stata portata all’ospedale locale a San Pedro Sula dalla madre, Ivis Montoya, il 3 Agosto. Viene ricoverata per un batterio che le provoca convulsioni, disidratazione e diverse vesciche, ma per i medici non c’è più nulla da fare: rilasciano così alla mamma il certificato di morte della piccola Keilin. Non si rendono conto di aver commesso un errore.

La bambina respira al suo funerale

Dopo giorni di terapia intensiva, i medici dell’ospedale Riva la dimettono, dichiarandone la morte. La mamma Ivis, devastata, la porta dalla cugina, poiché non ha i soldi per arrivare a casa propria: viene fatta una veglia in suo onore, prima che la piccola Keilin venga preparata per il suo funerale. Qui, in chiesa, viene depositata su una sedia. La famiglia non ha i soldi nemmeno per permettersi una bara. Ma è in quel momento che avviene qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato.

La bambina infatti respira ancora. La madre sconvolta e titubante nel portarla nuovamente all’ospedale dove era stata ricoverata, la porta immediatamente in una clinica locale. I medici le somministrano prontamente delle medicine, ma Ivis viene incoraggiata a portare Keilin di nuovo all’ospedale dove può ricevere le cure necessarie. Qui viene messa in terapia intensiva, con condizioni critiche. Il primario pediatrico Elba Campos, riporta ai media locali che l’incidente è sotto investigazione, ma che risulta essere troppo presto per trarne già delle conclusioni in merito.

Italia: bambina muore soffocata con uva

La neonata di soli 7 mesi Keilin si può ritenere più che fortunata a poter respirare ancora. Lo stesso non si può dire purtroppo della piccola bimba di due anni che è morta soffocata con un acino d’uva. Ci troviamo a Taranto, mercoledì 8 agosto. Per una vacanza, la famiglia della vittima si trova a Marina di Lizzano, in spiaggia al mare. In un momento di distrazione da parte dei genitori, la piccola prende un acino e se lo mette in bocca di nascosto. Un gesto veloce che si trasforma in tragedia. La bambina infatti non riesce a ingoiare l’uva e diventa immediatamente cianotica.

Inutili i tentativi di soccorso da parte di uno stabilimento accanto e da un medico che si trova sulla spiaggia: anche se il dottore riesce a farle ingurgitare l’acino, è ormai troppo tardi. Viene trasportata all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto d’urgenza. Ormai per la piccola non c’è più nulla da fare. Intanto viene aperta una inchiesta da parte dei carabinieri. Si dovrà accertare la catena di eventi che ha portato alla morte e i possibili ritardi nel soccorrerla.