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Alluvione 2015: in manette il sindaco di Cusano Mutri

Sindaco beneventano maturo

Secondo le prove raccolte dagli investigatori il primo cittadino avrebbe ricevuto tangenti per pilotare l'assegnazione dei lavori post alluvione

Questa mattina all’alba sono scattate le manette per Giuseppe Maturo, sindaco di Cusano Mutri, paese situato in provincia di Benevento.

L’accusa è di concussione

I militari del comando provinciale del beneventano hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Benevento nei confronti del primo cittadino.

La Procura ha richiesto il provvedimento avanzando l’ipotesi di concussione, che secondo l’accusa si sarebbe consumata nella realizzazione dei lavori effettuati dal Comune successivamente alla forte alluvione che colpì l’area nel 2015.

Il primo cittadino in particolare sarebbe accusato di aver percepito tangenti per pilotare il processo di assegnazione dei lavori di emergenza effettuati nel periodo immediatamente successivo alla alluvione che il 15 ottobre 2015 colpì con violenza la zona.

In manette anche un dirigente comunale

Nell’ambito dell’inchiesta gli investigatori avrebbero avuto modo di documentare diversi episodi concussivi: tra le prove raccolte, i titolari dell’indagine avrebbero anche un video in cui si vede il primo cittadino ricevere una tangente da parte di un imprenditore.

Nell’indagine è coinvolto anche un dirigente comunale, anche lui colpevole secondo l’accusa di aver esercitato pressioni indebite, abusando così della propria posizione.

L’alluvione del 2015

Alluvione che, lo ricordiamo, nel 2015 colpì 56 comuni sanniti con una violenza tale da causare – oltre all’esondazione di fiumi e torrenti – il dilavamento del terreno.

Le precipitazioni furono così forti e concentrate da trascinare via dalle colline la terra fertile, lasciando ai produttori locali 700 milioni di danni, campi ridotti a distese di pietre, e la prospettiva di riuscire a riprendere la produzione non prima di cinque anni.

In quel caso il governo intervenne per cercare di riavviare il tessuto economico reperendo 38 milioni di Euro – di cui 30 provenivano dal fondo emergenze, mentre 8 furono ridestinati da altri capitoli di spesa – accogliendo la richiesta avanzata dal capo del dipartimento della Protezione Civile.

in quell’occasione si attivò una campagna social che tramite l’hashtag #saverummo cercò di sollevare l’attenzione dei consumatori sulla situazione affrontata dalla storica azienda produttrice di pasta, che venne gravemente colpita dall’alluvione.
Gli utenti web risposero avviando una vera e propria gara di solidarietà, tesa a indirizzare le persone all’acquisto della pasta per scongiurare il rischio di chiusura dell’impianto.
Una simile iniziativa fu presa dalle cantine Solopaca, anh’esse fortemente colpite dall’alluvione.
Infatti oltre 80000 bottiglie di vino DOC furono sommerse dal fango, ma grazie alla campagna #sporchemabuone e al sostegno ricevuto da tutta Italia è riuscita a recuperarle e a venderle.