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Manicomi: i 5 più spaventosi al mondo

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Tanti ex ospedali psichiatrici in giro per il mondo sono diventati luoghi di leggende metropolitane, altri invece protagonisti di spettacoli televisivi o cinematografici commoventi. Abbiamo selezionato una rosa che comprende cinque fra i manicomi più spaventosi al mondo. Negli Stati Uniti esis...

Tanti ex ospedali psichiatrici in giro per il mondo sono diventati luoghi di leggende metropolitane, altri invece protagonisti di spettacoli televisivi o cinematografici commoventi. Abbiamo selezionato una rosa che comprende cinque fra i manicomi più spaventosi al mondo.

Negli Stati Uniti esistono ancora molti ex ospedali psichiatrici conosciuti come Kirkbride Hospitals, ospedali progettati secondo le indicazioni del piano Kirkbride (dallo psichiatra Thomas Story Kirkbride). La comunanza fra le varie struttura è lo stile architettonico particolare che avrebbe dovuto infondere effetti curativi. In molti stati americani furono realizzate così grandi architetture in stile vittoriano, circondate da prati dove i malati potevano rilassarsi e tenersi in forma, e spesso con una fattoria nei dintorni dove lavorare a scopi terapeutici.

Ben presto gli ospedali ispirati alle idee di Kirkbride divennero troppo costosi da mantenere, così furono progressivamente abbandonati, in molti casi demoliti e costruite nuove strutture ispirate a nuovi principi architettonici e trattamenti di cura.

Il trattamento dei pazienti nei primi manicomi era a volte brutale e focalizzato sul contenimento e sulla moderazione del comportamento. Molti degli abusi che si sono verificati in questi ospedali sono stati il prodotto di medici megalomani, trattamenti poco testati, e un sistema pubblico di salute mentale corrotto e sovraffollato.

Il New Jersey State Lunatic Asylum, poi Trenton State Hospital e infine Ospedale Psichiatrico di Trenton, è stata la prima struttura fondata sul piano Kirkbride, dall’attivista Dorothea Dix. Tale ospedale è meglio ricordato per gli abusi dei medici sui pazienti che per le sue origini ben intenzionate.

Nello specifico, tutto è iniziato nel 1907 con il Dr. Henry Cotton, quando divenne direttore dell’ospedale e, nonostante all’inizio avesse dimostrato un atteggiamento molto progressista verso la cura dei suoi pazienti, ben presto sviluppò una teoria pericolosa sulla malattia mentale, che trasformò il suo ospedale in una casa degli orrori.

Cotton cominciò a sospettare che tutta la malattia mentale era causata da infezioni del corpo, e che l’unico modo per curare il paziente era di rimuovere l’infezione incriminata. Nel 1917 iniziò la rimozione dei denti dei suoi pazienti, anche nei casi in cui i raggi X non mostrassero alcuna evidenza di infezione. Ben presto passò ad altre parti del corpo: la cistifellea, stomaco, ovaie, testicoli, tratti di colon, utero. Cotton ha rivendicato un tasso di guarigione del 85%, ma in realtà, i suoi interventi hanno avuto un tasso di mortalità irragionevolmente alto. Cotton rimase a Trenton fino al 1930, mentre la pratica di rimozione dei denti rimase viva fino al 1960.

Metropolitan State Hospital, Massachusetts. Noto anche come “Ospedale dei sette denti”. Questo soprannome nasce da una tragica storia che ebbe luogo nel 1978. In quell’anno la paziente Anna Marie Davee, dopo una passeggiata attorno al giardino, non rientrò più. Nel 1980 si scoprì il suo assassino, un altro paziente della struttura di nome Melvin Wilson. Egli in quell’anno portò la polizia alle tre tombe distinte, dove aveva sepolto le diverse parti del corpo della vittima. Wilson confessò anche di conservare ancora sette denti di Anna come ricordo.

Whittingham Hospital, Londra. Il più grande istituto mentale della Gran Bretagna, è noto per essere la prima struttura ad aver praticato elettroencefalogrammi. L’eredità dell’ospedale è stata tuttavia contaminata nel 1965 da una serie di bizzarre accuse contro la divisione san luca.

A partire dalla malnutrizione dei pazienti, a cui veniva sottoposto cibo misto e brodaglia, per passare poi a usi come intrappolare i degenti nei cortili durante mal tempo, far indossare loro solo giubbotti durante la notte e bloccarne alcuni fuori dai bagni. Alcuni membri dell’ospedale furono accusati di praticare il trattamento dell’asciugamano bagnato, che consisteva nel torcere un asciugamano bagnato intorno al collo fino alla perdita di coscienza del paziente. Altri sostengono che alcuni pazienti venissero bloccati in ripostiglio dopo esser stati perforati.

L’inchiesta ufficiale venne a galla dopo la condanna per omicidio colposo di un infermiere. La struttura venne chiusa nel 1995, e lasciata in un totale stato di abbandono e degrado.

Topeka State Hospital, Kansas. Un giornalista che visitò la struttura vide un paziente che era stato legato per così tanto tempo che la sua pelle era cresciuta attorno alla catena di fermo. Si dice che altri pazienti venivano incatenati nudi per mesi interi. Nel 1997 l’ospedale chiuse i battenti per sempre.

Danvers State Hospital, Massachusetts. Anch’esso parte del piano Kirkbride. Dunque interni colorati e decorati, camere private, lunghe vetrate per far entrare il sole e rendere l’ambiente luminoso. Tuttavia l’architettura gotica e le storie cupe della struttura attirarono tutto meno che la luce del sole. Lo scenario cupo fu d’ambientazione per il film Session 9, regia di Brad Anderson.

La struttura viene ricordata per la nascita della lobotomia pre-frontale. Poteva contenere un numero massimo di 600 pazienti , ma nel 1939 si arrivò a contare un pari giornalieri di 2360. I trattamenti comprendevano l’isolamento, le camicie di forza, la terapia elettroconvulsivante e la lobotomia. La chiusura iniziò nel 1969 con varie porzioni di ospedale, per poi allargarsi a tutta la struttura nel 1985.