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Manifestazione a Roma, in piazza contro la guerra e il caro vita

Manifestazione a Roma

A Roma i cittadini scendono in piazza contro il caro vita e la guerra in Ucraina. Presenti molti sindacati. Sono attese almeno 10mila persone.

Continuano le manifestazioni in Italia e anche stavolta il tema principale è il caro vita e la guerra in Ucraina. Le due sono sicuramente correlate e i manifestanti chiedono lo stop alla guerra e una tragua dai prezzi esagerati causati dall’inflazione. Il corteo è partito alle 14.00 da Roma.

Manifestazione a Roma, in piazza contro la guerra e il caro vita

Ad organizzare la manifestazione sono stati: SiCobas e Unione sindacale di base (Usb). Insieme a loro tante altre sigle sindacali. Nella città di Roma il corteo sfilerà a: viale Einaudi, piazza dei Cinquecento, via Cavour, piazza dell’Esquilino, via Liberiana, piazza di Santa Maria Maggiore, via Merulana, largo Brancaccio, viale Manzoni e via Emanuele Filiberto. Lo slogan principale delle piazze e delle vie romane è questo: “Giù le armi, su i salari!”.

Le parole di Guido Lutrario (Usb)

Guido Lutrario, tra gli organizzatori del corteo, ha dichiarato all’Adnkronos: “La manifestazione è la prosecuzione delle manifestazioni e dello sciopero di oggi. E’ una manifestazione, in particolare, di lavoratori dai braccianti alla logistica, dalla Pa alla scuola, alla sanità, ai trasporti ai servizi ma hanno aderito anche realtà politiche e collettivi”. Poi, attaccando la legge di bilancio, ha aggiunto: “non dà nessuna prospettiva di sviluppo al Paese e non affronta il problema del caro vita, si continua a lasciare inalterata la dinamica salariale, viene contenuta e ridotta la Naspi e si taglia il reddito di cittadinanza, si reintroducono i voucher, forma di precarizzazione esagerata. C’è una diabolica volontà di colpire la parte più debole”.

Le parole di Edoardo Sorge (SiCobas)

Edoardo Sorge, sindacalista del SiCobas, ha dichiarato: “Sarà un corteo di lavoratori e lavoratrici, di disoccupati e disoccupate; si aprirà con un chiaro riferimento all’opposizione alla guerra. l nostro Paese è in guerra attraverso il continuo invio di armi all’Ucraina, in un contesto di crisi economica si continuano a scaricare i costi sociali sui lavoratori e sulla classe proletaria. Mentre aumenta la spesa militare, i salari sono da fame”.