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Manifesti contro l’aborto affissi dai militanti di Aliud sui muri degli ospedali di Torino

Aborto

I militanti di Aliud hanno affisso manifesti contro l’aborto sui muri degli ospedali di Torino, corredati da slogan che rivendicano il diritto alla vita.

La facciata dell’ospedale Evangelico Valdese di Torino e i muri di svariati consultori disseminati di diverse zone della città sono stati ricoperti di manifesti contro l’aborto, affissi dai militati di Aliud destra identitaria.

Torino, Aliud: manifesti contro l’aborto sui muri degli ospedali

Nella notte tra lunedì 19 e martedì 20 aprile, i membri di Aliud destra identitaria hanno tappezzato le facciate dei consultori della città di Torino e dell’ospedale Valdese con cartelloni contro l’aborto che riportavano slogan come, ad esempio, “L’Italia ha bisogno di figli non di aborti”, “Libertà di vivere non di uccidere”, “Figli per combattere non pillole per abortire”.

L’iniziativa, promossa da Aliud in segno di protesta contro il movimento “Non una di meno” e in risposta agli accesi dibattiti sorti recentemente in merito alla pillola ru486, è stata rivendicata dal gruppo di destra sulla propria pagina Facebook ufficiale attraverso un post riportante le seguenti dichiarazioni: “Una forte risposta alle targhe pro-aborto affisse da ‘Non una di meno’ è avvenuta questa notte nei presso dei consultori cittadini. Chi cerca di far passare la liberalizzazione dell’aborto come una battaglia di libertà non fa altro che spingere la società verso un baratro di individualismo, favorendo la disgregazione dei più inviolabili legami umani, supportato dalle logiche di mercato del mondo globalizzato. La difesa della vita è una battaglia fondamentale. La vita e il diritto fondamentale senza il quale non esiste l’uomo, la civiltà, la storia; non un capriccio di cui poter disporre liberamente con una pillola punto un popolo senza figli è un popolo morto e destinato a scomparire o ad essere invaso. L’Italia ha bisogno di figli, non di aborto”.

Fratelli d’Italia, la testimonianza di Enrico Forzese

La vicenda è stata commentata dall’esponente di Fratelli d’Italia, Enrico Forzese, che fatto parte dell’estrema destra militando sia nel Fuan che in Aliud. A questo proposito, il politico ha affermato: “È fondamentale ribadire la nostra posizione a favore della vita, sempre e comunque, contro ogni isterismo estremista. La società deve lavorare per raggiungere l’obiettivo di dare ad ogni donna la possibilità di essere madre e ad ogni bambino di nascere, non per quello di dare a chiunque la possibilità di sopprimere una vita”.

Le posizioni del capogruppo di Luv e del PD

La manifestazione antiaborto organizzata da Aliud, poi, ha scatenato dure reazioni da parte del capogruppo di Luv, MarcoGrimaldi, che ha comunicato al consiglio comunale di voler presentare una denuncia nei confronti del movimento, spiegando: “Ciò che questi personaggi fanno non è informazione, ma sabotaggio del servizio sanitario e di assistenza e terrorismo psicologico. Per questo in giornata procederò a denunciarli”.

Il segretario Metropolitano del PD Mimmo Carretta e la consigliera regionale Nadia Conticelli (PD), poi, al pari di Marco Grimaldi, hanno condannato il comportamento di Aliud, spiegando: “È indecente la propaganda contro le donne comparsa oggi con il simbolo di una fiamma tricolore sui muri intorno all’ospedale Oftalmico di Torino. Messaggi offensivi nei confronti della salute e del corpo femminile, ridotto a incubatore di figli ‘per la patria’, e lesivi della genitorialità e delle scelte consapevoli di tutti, uomini e donne”.

In una nota ufficiale, inoltre, i due esponenti del Partito Democratico hanno aggiunto: “Speculare in un momento come questo sui concetti di vita e di morte è folle e irrispettoso per tutti noi. Assistiamo in questi giorni a quello che non esitiamo definire un vero e proprio ‘imbarbarimento’, che attacca i più elementari diritti e le tutele delle donne. Dalle farneticazioni di Beppe Grillo, che consapevolmente confonde vittima e colpevoli, agli esibiti tentativi della Regione Piemonte di delegittimare il servizio pubblico dei consultori come luoghi deputati per le scelte di autodeterminazione delle donne sulla propria salute e sul proprio corpo, fino ai tentativi di ostacolare il percorso parlamentare della legge Zan, contro l’omotransfobia e per il rispetto della persona. Un tale clima, violento e contro ogni regola di civile convivenza e libertà, in questo momento di fragilità economica e sociale, non può che destare la nostra preoccupazione e vederci impegnati su tutti i fronti nella difesa dei diritti e delle persone”