Marta Lodola Nuovi dettagli sulla tanto attesa manovra di bilancio del governo giallo-verde: tra i diversi provvedimenti compare un’altra misura proposta dalla Lega, un taglio sulle accise (l’imposta diretta su produzione e vendita) della benzina. Si tratterebbe di un taglio di circa 250-300 milioni, ossia al massimo tre centesimi sulla benzina e uno sul gasolio. Sembra che le risorse per poter operare tale taglio derivino dall’extragettito (ossia l’eccedenza delle entrate) dell’Iva accumulato nel corso dell’anno.
Taglio sulla benzina, ma niente di serio
Secondo quanto riportato dall’Unione petrolifera, un taglio di 300 milioni sulle accise della benzina non permetterebbe una diminuzione superiore ai tre centesimi (o uno per il gasolio). Infatti un taglio di un centesimo sulla benzina vale circa 100 milioni, mentre sul gasolio ne vale circa 280. Approfondendo l’analisi dell’Unione petrolifera, si po’ arrivare a dedurre che, dal momento che il taglio è permesso dalle eccedenze dell’Iva, non può assumere un carattere strutturalmente ripetibile.
La proposta della Lega quindi potrà soltanto essere un’una tantum non facilmente replicabile. L’aumento delle entrate dell’Iva registrato nel corso dell’ultimo anno è dovuto infatti al rialzo dei prezzi di matrice industriale in base ai quali è calcolata l’aliquota. Tale rialzo non è prevedibile oltre a una certa misura, perché è dipeso dall’andamento in borsa delle quote petrolifere.
Insomma, non è chiaro se il taglio proposto dalla Lega porterà a effettivi benefici per i cittadini. Rimane discutibile una decisione simile: che sia un altro modo per attrarre consensi? Diminuire i prezzi della benzina può essere una buona arma, ma certo non incentiva lo sviluppo della mobilità sostenibile, di cui il nostro ecosistema ha estremo bisogno.
