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Manovra, il Governo Meloni pone la fiducia al Senato

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Il Governo ha chiesto la fiducia al Senato sulla manovra: intanto, le opposizioni non risparmiano attacchi e critiche alla legge di Bilancio.

Il Governo Meloni ha posto la fiducia sulla manovra al Senato: il provvedimento verrà votato nella giornata di giovedì 29 dicembre. Intanto, proliferano gli attacchi delle opposizioni che hanno bollato la Legge di Bilancio 2023 come la peggiore dell’intera storia italiana.

Manovra, il Governo Meloni pone la fiducia al Senato

La Legge di Bilancio è stata sottoposta all’esame del Senato dove, dalla mattinata di mercoledì 28 dicembre, è in corso la discussione generale che si è sviluppata all’insegna delle polemiche delle opposizioni. Nel tardo pomeriggio, dopo il voto sulle tabelle numeriche della manovra, il Governo ha chiesto la fiducia.

In Assemblea, come già annunciato, il testo è arrivato senza relatore mentre sono stati 812 gli emendamenti presentati in commissione Bilancio. C’erano, poi, 108 ordini del giorno che, tuttavia, una volta chiesta la fiducia sono decaduti in massa e non saranno discussi.

Le reazioni alla fiducia alla manovra posta dal Governo al Senato

Monti: “Testo pieno di chiaroscuri”

Intanto, non si placano gli attacchi delle opposizioni in Parlamento. L’ex premier e senatore a vita Mario Monti, ad esempio, ha già dichiarato che si asterrà dal votare il testo considerato pieno di “chiaroscuri”. “La legge di Bilancio che oggi arriva al vaglio del Senato a mio giudizio è un atto politico di straordinaria importanza ed è caratterizzato dal chiaroscuro. Molto chiaro e nitido è l’intendimento sorprendente fino a un paio di mesi fa a chi cercasse di prevedere l’atteggiamento di questo governo verso la prudenza finanziaria e la conformità con gli orientamenti europei. Molto scuroè un altro aspetto di questa legge, quello che attiene all’aspetto distribuzione, fiscalità, futuro dell’economia”, ha detto Monti. E ha aggiunto: “Considero segno di maturità da parte di questo governo la non sofferta conformità con gli indirizzi europei. Questo governo non ha dato segno di irresponsabilità finanziaria. Non aver fatto sfide velleitarie all’Europa ha un significato anche strategico sul fronte negoziale per l’Italia”.

Il senatore a vita, infine, ha concluso il suo intervento con un monito ben preciso: “Male a mio giudizio è l’appiattimento che si prospetta nel sistema fiscale. Stiamo attenti a più lungo andare la piena appartenenza all’Europa e un sistema fiscale come il nostro, già appesantito da un enorme evasione, che si piattizzasse potrebbe presentare seri problemi”.

Cottarelli (Pd): “A rischio il futuro delle entrate italiane”

Molto duro anche il giudizio del senatore del Partito Democratico e noto economista Carlo Cottarelli che ha denunciato: “Qui si sta mettendo a rischio il futuro delle entrate italiane. è una cosa che ho visto fare da molti Paesi, che pur di avere qualcosa subito, si ipotecano il futuro. La Manovra finirà nei manuali di Finanza pubblica su come non fare una legge di Bilancio“.

Il M5S boccia il Governo e respinge la fiducia alla Manovra al Senato

Impietoso pure l’affondo del Movimento 5 Stelle con Dolores Bevilacqua che ha tuonato: “Il quadro che ne viene fuori non ha nulla di coraggioso, nulla di votato alla crescita, nulla di socialmente giusto. A narrare una storia ci si troverebbe a raccontare le gesta di un novello Robin Hood che ruba ai poveri per dare ai ricchi”.

La reazione di Azione-Italia Viva e Pd

Sulla stessa scia anche il gruppo Azione-Italia Viva e il Partito Democratico. “Cosa manca a questa legge di Bilancio? L’orizzonte, la prospettiva, la visione. Questo provvedimento non è una manovra finanziaria, ma una nota trimestrale di impegni di spesa pubblica”, ha affermato il senatore Marco Lombardo del Terzo Polo.

Per i dem, invece, è intervenuta da Palazzo Madama ai microfoni di Rainews Simona Malpezzi. “È una manovra ingiusta, che toglie a chi non ha per dare a chi ha già, allargando le disuguaglianze che esistono nel nostro paese. Con un tema di fondo che ci allarma molto: ci sono tagli a sanità e istruzione a fronte di più di un miliardo di euro di condoni. E tutto questo è grave ed inaccettabile”, ha detto.

Garavaglia (Lega) difende la manovra

A difendere a spada tratta l’operato del Governo Meloni, invece, ci ha pensato l’ex ministro del Turismo della Lega nonché attuale presidente della commissione Finanze Massimo Garavaglia. “Per legge è previsto che la manovra sia presentata alle Camere il 20 settembre. Abbiamo votato per le elezioni il 25: va da sé che abbiamo fatto un miracolo. Ringrazio il governo, gli uffici della Ragioneria e del Mef per l’ottimo lavoro e per il miracolo fatto. Come mai Pd e M5s quando erano al governo non hanno rispettato il termine e hanno fatto un solo passaggio?”, ha asserito. “Dite che c’è un presunto condono? Il carico di ruoli non riscossi è aumentato, fino a 1.100 miliardi nel 2021. Vuol dire che il sistema non funziona, non è questione di colore politico. Per semplificare, i crediti fiscali sono come il latte. Scadono, dopo una certa durata li butti via, il costo è maggiore del recupero”.

L’ex ministro ha anche osservato che il contribuente non paga le tasse per “tre motivi semplici: la stragrande maggioranza, che sono onesti, semplicemente si dimenticano; oppure non hanno liquidi, vanno aiutati, e la rottamazione va in questa direzione; oppure fanno i farabutti e vanno sanzionati”, ha osservato.