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Manovra, la Lega su Tria "Se non sta con noi, lo cambieremo"

Giovanni Tria all'Economia

In giornata è atteso il Def, documento con il quale si conoscerà quanto il governo vuole spendere. Continua la polemica con il ministro dell'Economia

Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, è ancora sotto il fuoco incrociato dei partiti, Lega e Movimento 5 Stelle, che fanno parte del suo stesso governo. L’ultima frecciata arriva dal capogruppo alla Camera del Carroccio, Riccardo Molinari: “Se Giovanni Tria non fa più parte del progetto, lo cambieremo”. Anche se il vicepremier Luigi Di Maio ha stemperato dicendo che “non sono previste le dimissioni di Tria”. Di certo c’è che attualmente c’è uno scontro in atto, che vede Lega e M5S intenzionate a spendere di più, portando il quindi il deficit di bilancio, in sostanza la quanto le uscite supereranno le entrate dello Stato, almeno al 2,4%.

Lo scontro interno al governo

Con questa spesa extra i partiti di governo intendono finanziare una manovra espansiva, con dentro la flat tax per le imprese, reddito di cittadinaza, pensioni minime a 780 euro, la riforma della legge sulle pensioni. Insomma, molte delle promesse fatte in campagna elettorale (seppur in versione light). Dal canto suo, invece, il ministro Tria ha promesso ai mercati e all’Europa che l’Italia si sarebbe fermata all’1,6% di deficit. Bruxelles chiede da tempo all’Italia di ridurre il debito pari al 130% del prodotto interno lordo, tra i maggiori al mondo. “Quando ho giurato come ministro ho promesso che avrei agito nell’interesse della nazione”, ha detto mercoledì Tria: lui teme che una manovra troppo espansiva faccia peggiorare significativamente i conti dello Stato.

Per la giornata di giovedì è atteso il Def

La discussione interna al governo potrebbe deflagrare in queste ore. C’è attesa, infatti, per la nota di aggiornamento del Def: sta per Documento di economia e finanza e serve a elencare le spese che il Paese intende intraprendere, le riforme in programma e le stime di crescita del Pil. Questo è il primo passo verso la legge di bilancio vera e propria, che sarà varata poi nel mese di ottobre. Ma i mercati e l’Europa, nel frattempo, daranno il loro responso immediato.