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Mar Morto potrebbe scomparire: progetto per salvarlo

Mar Morto scomparirebbe tra un secolo: progetto per salvarlo

Il mar Morto potrebbe scomparire alla fine del secolo. In cantiere è stato proposto un nuovo progetto per salvarlo

Il mar Morto potrebbe scomparire alla fine del secolo. Ogni anno si riduce sempre di più e il livello delle acque cala di oltre un metro all’anno. Principale causa del prosciugamento sarebbe lo sfruttamento del fiume Giordano, suo principale affluente. In cantiere è stato proposto un nuovo progetto per salvare il mar Morto: le stime sui costi, ipotizzano gli ideatori, potrebbero superare le decine di miliardi di dollari.

Operazione Mar Morto

Per salvare il mar Morto, è stato proposto di fare affidamento al mar Rosso. La proposta consisterebbe, riporta Wikipedia, nel pompare acqua dal Golfo di Aqaba attraverso la valle Arabah (Arava) in Giordania. L’acqua fluirebbe gravitazionalmente attraverso molteplici condotte, fino alla zona del Mar Morto. Infine, attraverso un canale artificiale, le acque si riserverebbero vicino alla riva del mare. Infine, l’acqua si congiungerebbe con il mare attraverso un canale. Il progetto includerebbe anche diversi impianti di desalinizzazione e una centrale idroelettrica. Nella sua fase finale produrrebbe circa 850 milioni di metri cubi di acqua dolce all’anno.

Soluzioni alternative

Nel 2016 era stato proposto anche di far confluire un grosso quantitativo d’acqua dal lago Tiberiade. Come riporta il Fatto Quotidiano, in quell’anno, i consumi idrici di Israele hanno toccato una quantità pari a 1,4 miliardi di metri cubi d’acqua. Di questi, ben 474 del lago Tiberiade e dalle sorgenti sotterranee: 248 da acqua depurata e 140 da acqua salmastra trattata. Alla luce di questi dati, la soluzione alternativa consisterebbe nel predisporre un impianto che fornisca 100 milioni di metri cubi d’acqua desalinizzata. Quantità che poi sarebbe stata riversata nel lago Tiberiade, per infine confluire nel mar Morto.

Secondo gli estimatori di questa soluzione alternativa, riporta il Fatto Quotidiano, tale soluzione comporterebbe vantaggi superiori rispetto a quelli derivati dall’utilizzo del mar Rosso: costi inferiori, danni ecologici al lago trascurabili e potenziali aperture geopolitiche. Lo scambio d’acqua potrebbe essere un terreno prolifico per migliorare i rapporti tra Israele, i palestinesi e la Giordania.