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Chi è Marco Cecchinato, semifinalista al Roland Garros

Cecchinato Roland Garros

Dall'accusa per scommesse alla prima vittoria ATP a Budapest, fino all'impresa di Parigi: conosciamo meglio il tennista che fa sognare l'Italia.

Un solo pomeriggio per farsi conoscere al mondo e riscrivere la storia del tennis italiano. Martedì 5 giugno Marco Cecchinato ha sconfitto in quattro set l’ex numero 1 al mondo Novak Djokovic, guadagnandosi così le semifinali del Roland Garros, un’impresa che un tennista italiano non compieva dal 1978. Eppure in pochissimi conoscevano il 25enne palermitano prima di questo exploit: si è allenato nella sua Sicilia fino a 17 anni, per poi attraversare l’Italia per allenarsi in diverse prestigiose accademie, dal Trentino alla Liguria. Nel 2015 era stato accusato di combine relativamente a una partita del Challenger di Mohammedia, in Marocco, e conseguentemente squalificato per 12 mesi, ma il Collegio di Garanzia del Coni ha poi accolto il ricorso dei suoi legali e estinto il procedimento disciplinare perché il Tribunale Federale si era espresso in ritardo sul caso. Il trampolino di lancio è stata la prima vittoria nel circuito ATP, arrivata ad aprile nel torneo di Budapest. Nelle tre ore e mezza contro Djokovic ha giocato un tennis straordinario, mostrando una grande crescita tecnica e mentale.

Chi è Marco Cecchinato

Non se lo aspettava nessuno, e proprio per questo è stato ancora più bello. Dopo 40 anni, quelli trascorsi dal grande percorso di Corrado Barazzutti proprio a Parigi, Marco Cecchinato è il primo italiano a essere nuovamente in semifinale di uno Slam, di nuovo al Roland Garros.

Un traguardo straordinario per più ragioni: in primis, perché ottenuto al termine di una gara fantastica in cui ha battuto Novak Djokovic, 12 volte campione Slam e ex numero 1 al mondo; e poi perché prima del Roland Garros 2018 Marco Cecchinato non aveva mai vinto una partita in un major.

Nessuno, in effetti, guardava al 25enne di Palermo come una promessa del tennis italiano capace di un exploit del genere. Lui, intanto, da anni lavorava sotto traccia: aveva lasciato la Sicilia a 17 anni proprio per inseguire il suo sogno tennistico, trasferendosi in Trentino dove si allena nell’accademia di Massimo Sartori, coach di Andreas Seppi.

Si sposterà poi al Bordighera Lawn Tennis Club 1878 e, dopo aver affrontato un’accusa per scommesse, terminata con l’estinzione del procedimento legale a suo carico (dovuta al ritardo con cui il Tribunale Federale si espresse sul caso), inizia a lavorare con l’attuale coach Simone Vagnozzi, in un periodo che cambierà radicalmente il suo tennis.

Prima vittoria ATP e Roland Garros

L’anno 2018, quello che potrebbe probabilmente segnare la sua carriera, Marco Cecchinato lo inizia da numero 109 della classifica ATP.

Ad aprile la svolta: viene ripescato come lucky loser nell’ATP 250 di Budapest, e inizia un percorso che lo porterà a vincere il torneo, battendo in semifinale proprio Andreas Seppi, che era numero 55 al mondo. È il suo primo titolo nel circuito maggiore e gli consente di fare un balzo giungendo alla posizione 59 del ranking.

A maggio 2018 inizia il suo percorso al Roland Garros, partendo in salita: nel primo turno contro Marius Copil va in svantaggio di due set ma riesce a ribaltare vincendo i tre successivi, e chiudendo 10-8 al quinto set. Supera poi Marco Trungelliti e, sorprendentemente, nel turno successivo batte anche Pablo Carreno Busta, 11esimo nel ranking, per 3 set a 1. Segue poi una vittoria altrettanto prestigiosa sul belga David Goffin che gli vale l’accesso ai quarti di finale contro Novak Djokovic.

L’impresa contro Djokovic

La gara che vede Marco Cecchinato superare Nole Djokovic in quattro set passerà alla storia per intensità e drammaticità, nonché per un tennis straordinario mostrato da entrambi i giocatori.

L’italiano inizia molto meglio, complici numerosi errori dell’avversario: il suo diritto è spesso una sentenza, il rovescio, un tempo il suo punto debole, preciso e affidabile, e il tutto è alternato a deliziose smorzate sul quale Djokovic difficilmente arriva. Il primo set si chiude sul 6-3 per Cecchinato, ma in seguito all’intervento del fisioterapista, che provvede a curare un fastidio al collo di Nole, la partita cambia nel secondo periodo.

Il siciliano a dire la verità parte meglio anche qui, portandosi sul 2-0, ma Djokovic risponde con un parziale di 12 punti a 0 che riporta il set in equilibrio. A suon di scambi e splendidi colpi si arriva sul 6-5 per il serbo, che però spreca tre palle per pareggiare il conto dei set: si va così al tiebreak dove Cecchinato mostra un’incredibile tenuta mentale e nonostante uno smash fallito si porta a casa anche il secondo set.

Nel terzo periodo si assiste a un calo fisiologico di Cecchinato, tra errori e qualche nervosismo di troppo, e Djokovic riesce a imporsi agevolmente per 6-1. Sembra il preludio alla rimonta dell’ex numero 1 al mondo, che si porta in vantaggio anche nel quarto set, dove ha addirittura l’opportunità di ottenere il doppio-break e portarsi sul 5-1.

Eppure Cecchinato recupera gradualmente la lucidità mentale, salva le palle-break, i suoi colpi tornano a funzionare e proprio quando Djokovic sta servendo per chiudere il set l’italiano si riporta in carreggiata strappando il servizio e poi mantenendo il suo turno di battuta: il match scivola così velocemente verso un altro tiebreak.

Qui Cecchinato dimostra ancora una volta una scioltezza fuori dal comune per chi non è mai arrivato così lontano in uno Slam: il tiebreak è una lotta che si gioca punto dopo punto, botta e risposta, con i giocatori che mostrano colpi straordinari e causano continui boati del pubblico. Marco fallisce il suo primo match-point, ma poi salva due palle del set per Djokovic. Il serbo sente pressione e fatica, e concede a Cecchinato altre occasioni per chiudere il match: la quarta è quella buona, perché il disperato attacco a rete di Nole viene reso vano dal passante di Cecchinato, che cade a terra in lacrime in mezzo a uno stadio Lenglen letteralmente in delirio.

Come riportato da Ubitennis, alla fine del match Cecchinato ha dichiarato: “Sono un nuovo Ceck, è scattato qualcosa nella mia testa. Magari sto maturando io a venticinque anni, non è tardi. Da due mesi a questa parte credo alle mie potenzialità, ma c’è un gran lavoro dietro. Credo che ogni tanto possa scattare quel click che ti fa fare un salto del genere”.

Adesso all’italiano toccherà Dominic Thiem, primo favorito dopo Nadal, in semifinale. Ma intanto la storia è stata scritta.