> > Marco Simoncelli, torna a casa il suo guanto sinistro perduto a Sepang

Marco Simoncelli, torna a casa il suo guanto sinistro perduto a Sepang

Marco Simoncelli

Paolo, il padre di Marco Simoncelli, ha ricevuto il guanto sinistro che suo figlio indossava la domenica dell'incidente a Sepang, gli è stato riportato e adesso è tra le sue mani.

Marco Simoncelli, è ancora vivo il ricordo nel cuore di tutti coloro che lo hanno amato, e oggi è una giornata importante anche se dolorosa: suo padre Paolo ha ricevuto il guanto sinistro che il corridore indossava il giorno dell’incidente a Sepang.

Non si smorza il dolore per la morte di Marco Simoncelli, da molti chiamato Sic o SuperSic, morto all’età di ventiquattro anni durante il Gran Premio della Malesia, disputatosi sul circuito di Sepang il 23 ottobre del 2011.

Il padre Paolo, però, oggi ha avuto un regalo speciale seppure molto triste, e ne ha dato lui stesso l’anuncio: “Io e mamma Rossella arriviamo in aeroporto previa telefonata, timidamente ci si avvicina una ragazza. Ci racconta una storia, di come si è data da fare per comprare un guanto di Marco da un commissario di gara, un guanto usato da lui. Tanti ragazzi ci raccontano le storie più improbabili di come riescono ad aggiudicarsi i cimeli dei loro idoli… solo mi sto chiedendo perché un guanto? Li vendono in coppia di solito. Poi tira fuori un guanto sinistro, aveva le mani grandi, lo riconosciamo subito. La abbraccio. Ce lo lascia, lo guardo è proprio quello che mancava all’ appello, il destro è già a casa. Un abbraccio tra sconosciuti io non parlo bene la sua lingua ma credo di averle trasmesso il mio riconoscimento per questo suo prezioso gesto. Immagino le mille peripezie di questo guanto.”.

E, ancora: “Sono passati sei anni. Siamo tornati qui in Malesia e ci è stato restituito il guanto che Marco perse proprio quel giorno, nella sua ultima gara.. e poi dicono che non è destino. Un gesto particolare, assurdo e meraviglioso, quanto l’essere di nuovo qui con una squadra corse intitolata a lui.”.

Ovviamente non è stata una scelta facile, quella dei genitori di Marco Simoncelli di tornare laddove il loro ragazzo è morto, ma in qualche modo è sembrata inevitabile: “È stata una scelta difficile, mi sono fatto accompagnare da mia moglie, abbiamo detto ‘dobbiamo esserci e l’abbiamo fatto’, sono felice di aver fatto quella camminata insieme a tanti amici. Dobbiamo andare avanti, continuare, ma bisogna stare vicini a questi ragazzi. I ricci, il sorriso e la sincerità di Marco credo siano stati i motivi per cui la gente lo ricorda così affettuosamente.”.

Marco Simoncelli

Marco Simoncelli, chi era

Marco Simoncelli, nato a Cattolica il 20 gennaio 1987 è stato un pilota motociclistico italiano, campione del mondo della classe 250 nel 2008. Conosciuto fra gli appassionati con il nomignolo di Sic o SuperSic, è morto all’età di ventiquattro anni durante il Gran Premio della Malesia, disputatosi sul circuito di Sepang.

Il 30 maggio 2014 è stato inserito nella Hall of Fame del motociclismo, ricevendo il riconoscimento postumo di MotoGP Legend, e l’8 settembre 2016 è stato deciso il ritiro del suo numero di gara. Simoncelli cominciò a correre a 7 anni con le minimoto. A 12 anni fu proclamato campione italiano, così come nel 2000, anno nel quale gareggiò per il titolo europeo conquistando la 2ª posizione. A 14 anni prese parte al Trofeo Honda NR (salendo in due occasioni sul podio) e al campionato italiano 125 GP.

L’incidente di Marco Simoncelli

Il 23 ottobre 2011, durante il Gran Premio della Malesia è rimasto vittima di un incidente mortale. Nel corso del secondo giro il pilota ha perso il controllo della sua Honda alla curva numero 11 e, nel tentativo di rimanere in sella, ha tagliato trasversalmente la pista, venendo investito dai piloti che lo seguivano, Colin Edwards e Valentino Rossi, i quali non hanno avuto modo di evitarlo; l’impatto è stato talmente violento da sfilargli il casco. È morto in seguito ai traumi riportati alla testa, al collo e al torace.

I funerali sono stati celebrati il 27 ottobre 2011 nella chiesa parrocchiale di Coriano, la sua città; successivamente, seguendo le volontà dello stesso Marco, il suo corpo è stato cremato, con le ceneri conservate in famiglia. La sua scomparsa ha avuto grossa risonanza nell’ambiente sportivo e non: la cerimonia funebre, trasmessa anche in diretta televisiva, ha visto la partecipazione di oltre 25 000 persone, mentre un minuto di raccoglimento in sua memoria è stato proclamato dal CONI per tutte le manifestazioni sportive, esempio seguito anche dalla Camera dei deputati e da varie istituzioni locali.

Il Milan, squadra di cui era tifoso, ha giocato con il lutto al braccio la partita di campionato giocata a Lecce poche ore dopo la scomparsa del pilota. In occasione del Gran Premio d’India di Formula 1 svoltosi la settimana seguente, vari piloti hanno onorato Simoncelli apponendo il numero 58 sui loro caschi e sulle loro monoposto, e il vincitore della gara Sebastian Vettel ha dedicato il suo successo a Simoncelli e a Dan Wheldon, scomparso una settimana prima a Las Vegas in una gara valevole per il campionato Indycar.

Il motomondiale lo ha invece ricordato prima del Gran Premio della Comunità Valenciana, ultimo appuntamento della stagione, quando i piloti di tutte le classi, oltre ad apporre il numero 58 su caschi, tute e moto, hanno effettuato insieme un giro di pista commemorativo dietro alla Honda di Simoncelli, guidata per l’occasione dall’ex iridato Kevin Schwantz, amico e idolo d’infanzia del pilota. Michele Pirro, vincitore del Gran Premio della Moto2 e anch’egli pilota del Team Gresini Racing, gli ha dedicato la sua prima vittoria nel Motomondiale. Loris Capirossi ha invece deciso di onorare la memoria di Simoncelli disputando la sua ultima gara prima del ritiro, a Valencia, con il numero 58.