> > Marco Travaglio: chiedo la grazia per Fabrizio Corona

Marco Travaglio: chiedo la grazia per Fabrizio Corona

default featured image 3 1200x900

Il giornalista Marco Travaglio scrive un accorato appello sul “Fatto Quotidiano”, chiedendo al Presidente della Repubblica di concedere la grazia al “re dei paparazzi” Fabrizio Corona, che attualmente si trova in carcere per scontare nove anni di reclusione. Ecco le parole di Travaglio, ...

176953dba450cb78e-corona

Il giornalista Marco Travaglio scrive un accorato appello sul “Fatto Quotidiano”, chiedendo al Presidente della Repubblica di concedere la grazia al “re dei paparazzi” Fabrizio Corona, che attualmente si trova in carcere per scontare nove anni di reclusione. Ecco le parole di Travaglio, cui si associa anche lo showman Fiorello e la conduttrice Antonella Clerici. “Ora che le telefonate di un premier alla Questura di Milano per far rilasciare una minorenne fermata per furto non sono più reato, una domanda sorge spontanea: che ci fa Fabrizio Corona nel carcere milanese di massima sicurezza di Opera per scontarvi un cumulo di condanne a 13 anni e 8 mesi, poi ridotte con la continuazione a 9 anni? È normale che un quarantenne che non ha mai torto un capello a nessuno marcisca in prigione accanto ai boss mafiosi al 41bis, per giunta col divieto di curarsi e rieducarsi, fino al 50° compleanno?

Poi Travaglio riepiloga i reati commessi dal fotografo precisando: “Nessuno sostiene, per carità, che sia uno stinco di santo. Ma neppure un demonio che meriti tutti quegli anni di galera: ne ha già scontati quasi due fra custodia cautelare ed espiazione pena. Ed è bene che resti al fresco un altro po’ a meditare sui suoi errori, come ha iniziato a fare fondando un giornale per i detenuti, Liberamente, e rivedendo criticamente il suo passato nel libro Mea culpa scritto dietro le sbarre. E a curare la sua evidente patologia di superomismo: ma questo gli è impedito dalla condanna “ostativa” subìta al processo Trezeguet”.

Infine la richiesta: “Proprio a questo serve, secondo la Consulta, la grazia: non a ribaltare le sentenze, ma ad “attenuare l’applicazione della legge penale” quando “confligge con il più alto sentimento della giustizia sostanziale… garantendo il senso di umanità” e il fine “di rieducazione della pena”. Una grazia almeno parziale, che rimuova il macigno dei 5 anni “ostativi”, sarebbe il minimo di “umanità” per ridare speranza a un ragazzo che ne ha combinate di tutti i colori, ma senza mai far male a nessuno. Se non a se stesso”.

Non possiamo che associarci a tale appello sperando che venga preso in considerazione da chi di dovere.