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Marco Vannini, la madre porta i fiori sulla tomba: "In questa tragedia non ci sono vincitori"

Marco Vannini e Marina Conte

Marco Vannini, la madre Marina tramite l'avvocato Gnazi: "In questa tragedia non ci sono vincitori ma solo vinti ed il primo proprio Marco".

Marina Conte, la madre di Marco Vannini, ha rilasciato ulteriori dichiarazioni, mediante il suo legale, l’avvocato Celestino Gnazi, e riportate da FanPage. La donna, all’indomani della sentenza della Cassazione che ha condannato la famiglia Ciontoli e dopo aver deposto i fiori sulla tomba del figlio, ha fatto sapere che “in questa tragedia non ci sono vincitori, ma solo vinti ed il primo proprio Marco”.

Marco Vannini, l’avvocato della madre: “Sono vinti anche i genitori e i Ciontoli”

Celestino Gnazi ha aggiunto: “Una storia in cui sono vinti anche i genitori di Marco e l’intera famiglia Ciontoli. Spero per loro che adesso si apra un percorso che gli faccia assumere le responsabilià di quanto hanno compiuto”. Con la sentenza pronunciata lo scorso 3 maggio dai giudici di Cassazione è stata chiusa una vicenda durata quasi sei anni. Marco, di soli 20 anni, venne ucciso presso la villetta dei Ciontoli, sita a Ladispoli, la notte tra il 17 e il 18 marzo 2015. Marco era fidanzato con Martina, figlia di Antonio Ciontoli e della di lui moglie Maria Pezzillo.

Marco Vannini, la madre e il padre si sono battuti fino alla fine

Valerio Vannini e Marina Conte, i genitori di Marco, si sono battuti fino all’ultimo per dare giustizia a loro figlio. Lo scorso 3 maggio, lo stesso Valerio ha dichiarato ai cronisti: “Sono contento che finalmente è stata fatta giustizia per Marco. Gli avevamo promesso un mazzo di fiori se fosse stata fatta giustizia e domani è la prima cosa che farò”. Alla fine, Valerio e sua moglie hanno mantenuto la promessa al loro Marco.

Marco Vannini, la madre: “Giustizia è fatta”

Marina Conte, commentando la sentenza da parte della Suprema Corte di Cassazione, ha dichiarato: “Giustizia è fatta, Marco riposa in pace” e ancora: “Non finirà qua, io continuerò a portare in alto il nome di mio figlio, magari aprendo un’associazione per poter aiutare i giovani. Gli hanno levato la dignità in quella casa: dire che mio figlio faceva il bagno davanti a mio suocero vuol dire questo. Marco è stato spogliato di dignità. La scorsa settimana me lo sono sognato: mi diceva “mamma andrà tutto come deve andare”. Non l’ho detto neanche a mio marito. Era bello, stava al mare. Ci siamo battuti per sei anni, la paura c’è sempre ma ci abbiamo creduto fino alla fine”.