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Marmolada, il racconto di un sopravvissuto: "Non ho nemmeno avuto il tempo di provare dolore"

Marmolada racconto sopravvissuto

"Ho corso e poi sono svenuto. È stato tutto così repentino, non ho nemmeno avuto il tempo di provare dolore", racconta Riccardo Franchin al padre.

4 dispersi sono stati trovati vivi, ma proseguono le ricerche delle 13 persone di cui si sono perse le tracce. Le speranze di ritrovarle in vita, tuttavia, si affievoliscono ora dopo ora. Straziante, ancora colma di paura e angoscia, la testimonianza di uno dei sopravvissuti, Riccardo Franchin.

Marmolada, il racconto di uno dei sopravvissuti

Iscritto al Cai di Noventa Vicentina, non ha mai preso sotto gamba la montagna, “una passione che ha scoperto di recente”, ma “coltivata sempre con raziocinio, studiando, approfondendo, affidandosi a persone esperte”. Lo racconta il padre Mario Franchin. Con Riccardo domenica 3 luglio c’erano anche il 22enne Nicolò Zavatta, la guida alpina Paolo Dani e l’altro vicentino Filippo Bari. “Mio figlio era il primo dei quattro, stavano entrando nel ghiacciaio e a suo dire forse gli altri, dietro di lui, si stavano per legare”, fa sapere il padre.

Il racconto prosegue: “Riccardo mi ha raccontato di aver avvertito un rumore strano e di aver alzato d’istinto la testa, per vedere cosa succedeva sopra di loro. Quando ha visto che la cima stava franando, d’istinto ha iniziato a correre, più veloce che poteva, lui era il primo della cordata a sinistra. Gli stava piovendo addosso la montagna e ha tentato di fuggire“. Tuttavia, “sono trascorsi pochi istanti, è stato investito da quella valanga e ha subito perso i sensi“.

“È stato tutto così repentino, non ho nemmeno avuto il tempo di provare dolore, dice Riccardo al suo papà. Dopo essersi ripreso ha avuto “un vuoto. Ero confuso, mi sono ritrovato sulle mie gambe e mi sono guardato attorno. Non ho più visto nessuno”.

Riccardo ha riportato “un trauma al fegato che però i medici dicono che potrà superare senza conseguenze. Al Corriere della Sera, il signor Mario aggiunge: “Se mi sento fortunato? Sono un papà miracolato. Miracolato come i medici hanno detto di Riccardo, ma dentro di noi c’è grande apprensione per i tre che erano con lui. Per Nicolò che incontravo in paese e per tutti gli altri che erano lassù”.