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Mascherine U-Mask, multa da 450mila euro per pubblicità ingannevole e aggressiva

Mascherine U-Mask

Multe per un totale di 450mila euro sono state comminate alle due aziende produttrici delle mascherine U-Mask.

L’Antitrust ha multato le società U-Earth Biotech Ltd. e Pure Air Zone Italy srl per le mascherine U-Mask. La notizia è stata riportata mediante un comunicato. Il motivo dell’ammenda sarebbe quello di aver equiparato le U-Mask ai dispositivi Ffp3.

Mascherine U-Mask, aziende multate: i motivi

Le sanzioni ammontano a circa 450mila euro. La decisione è arrivata dopo un procedimento istruttorio deciso dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Secondo la nota, le due società avrebbero promosso le U-Mask equiparandole a dispositivi di protezione Ffp3 e ne avrebbero parlato come di un “dispositivo medico“.

Mascherine U-Mask, aziende multate: cosa è accaduto

Le società hanno sponsorizzato le versioni “Model 2”, “Model 2.1” e “Model 2.2” per diverso tempo, evidenziandone le caratteristiche di “proprietà virucide e una durata di 200 ore, certificate sulla base di test svolti in autonomia“, si legge nel comunicato.

Mascherine U-Mask, aziende multate: altri dettagli

La nota è stata riportata anche dall’agenzia stampa Adnkronos e ha evidenziato come le condizioni generali del contratto fossero soltanto in lingua inglese. Spacciata per vera anche un’inesistente approvazione della mascherina, da parte del ministero della Salute, così come dell’Istituto superiore di sanità. Proprio per queste “modalità ingannevoli e aggressive” le due società sono state multate. Come se non bastasse, inoltre, non sarebbero state fornite le modalità di esercizio del diritto di recesso che spetta al consumatore, garanzia di conformità e altri elementi, così come previsto dalla legge.

La replica della società U-Earth

U-Mask contesta le conclusioni di AGCM su comunicazione ingannevole, ricorre al Tar e rivendica la correttezza del proprio operato e la conformità alle norme. U-Earth non ha mai commercializzato mascherine dannose per la salute né ha mai ingannato, né inteso ingannare i consumatori. Anche per questi motivi, la Società contesterà le conclusioni raggiunte dall’Antitrust con il provvedimento odierno circa la comunicazione asseritamente ingannevole ai consumatori delle attività di promozione e vendita della U-Mask, e presenterà ricorso al TAR del Lazio per il suo annullamento, certa della correttezza del proprio operato e della piena conformità delle mascherine alla normativa di settore. Il TAR del Lazio, peraltro, si è espresso già a favore della Società, annullando il provvedimento del Ministero della Salute di ritiro dal mercato della mascherina.

Inoltre, quanto alla comparazione della U-Mask con le mascherine di tipo FFP2 e FFP3, si sottolinea che l’azienda non ha mai affermato che la mascherina avesse le stesse caratteristiche delle mascherine di tipo FFP2 o FFP3; anzi, ha sempre espressamente chiarito come la mascherina fosse registrata come semplice Dispositivo Medico di Classe 1 e non come DPI. La società ha soltanto inteso illustrare la migliore efficacia della U-Mask rispetto alle normali mascherine chirurgiche e le ulteriori specificità che ne caratterizzano le capacità di filtrazione e anti-proliferazione assente nei DPI usa e getta.

Inoltre, le qualità protettive della mascherina sono state oggetto di molteplici e comprovati test, svolti da autorevoli laboratori e soggetti certificatori terzi. In particolare, con riferimento alla contestata efficacia protettiva fino a 200 ore della mascherina, le performance della stessa sono state certificate da indagini specifiche svolte sempre da laboratori terzi e autorevoli come il Laboratorio Sana e il Laboratorio Microbe Investigations AG di Zurigo, specializzati in analisi su materiali antivirali.

In merito all’asserita inesistente approvazione da parte del Ministero della Salute, si sottolinea che la U-Mask è stata sempre regolarmente registrata.