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Mattarellum: significato e spiegazione del nome

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Mattarellum, Porcellum, Italicum, Consultellum. Latinismi inevitabili o giochi di parole? Ecco perché le leggi elettorali si chiamano così. La storia recente delle leggi elettorali in Italia inizia nel 1993, quando al popolo fu chiesto di scegliere fra un sistema proporzionale (quello in vigore f...

Mattarellum, Porcellum, Italicum, Consultellum. Latinismi inevitabili o giochi di parole? Ecco perché le leggi elettorali si chiamano così.

La storia recente delle leggi elettorali in Italia inizia nel 1993, quando al popolo fu chiesto di scegliere fra un sistema proporzionale (quello in vigore fino a quel momento) e uno maggioritario almeno in parte. Si trattava di una proposta che aveva come redattore l’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella e che prevedeva di assegnare il 75% dei seggi con criterio maggioritario e i restanti con il proporzionale.

Era quello passato alla storia come Mattarellum, primo caso di utilizzo di un latinismo per indicare una legge elettorale. Il nome fu coniato dal politologo Giovanni Sartori. L’intento del professore era di rifarsi all’uso di nomi latini proprio del diritto, forse con una certa dose di ironia, dal momento che a Sartori, il Mattarellum, non convinceva del tutto.

Mattarellum, un successo comunicativo e l’inizio della tradizione

Ad ogni modo, il nome Mattarellum si rivelò un vero e proprio successo, dal punto di vista comunicativo: un solo nome si sostituiva a diciture ben più complesse o lunghe come, nella migliore delle ipotesi, ‘legge elettorale Mattarella’ o ‘legge Mattarella’.

Da quel momento in poi, l’uso della desinenza um divenne dominante. Nel 1995 arrivò il Tatarellum, maggioritario in vigore per le regionali redatto al parlamentare Pinuccio Tatarella.

Dal Porcellum all’Italicum

L’abitudine non si perse nemmeno quando si trattò di dare il soprannome alla legge elettorale studiata da Roberto Calderoli nel 2005: proporzionale con doppio premio di maggioranza, su base nazionale alla Camera e su base regionale al Senato. Approvata e utilizzata, tale legge si rivelò inadatta al punto da indurre il suo stesso redattore a definirla “una porcata”. A quel punto fu di nuovo il professor Sartori a entrare in scena coniando il soprannome latineggiante e spregiativo “Porcellum”.

Lo stesso Porcellum entrò alla Corte Costituzionale uscendone ridimensionato. La Consulta tolse il premio di maggioranza giudicandolo incostituzionale e ciò che ne uscì fu una legge elettorale nuova, detta Porcellum modificato o, in maniera più elegante, Consultellum.

In questo quadro, appare chiaro che la nuova legge elettorale promossa dal governo Renzi dovesse ricalcare le orme delle precedenti senza abbandonare l’uso dell’um finale, da cui l’ultimo nome di Italicum.