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Matteo Messina Denaro, il covo di proprietà di Andrea Bonafede: "Comprato con i soldi del boss"

Covo Messina Denaro

Il covo del boss Matteo Messina Denaro, a cui sono stati messi i sigilli, è a Campobello di Mazara e risulta intestato ad Andrea Bonafede.

Il covo di Matteo Messina Denaro è a Campobello di Mazara e risulta intestato ad Andrea Bonafede. I carabinieri e la Procura hanno messo i sigilli. 

Matteo Messina Denaro, il covo di proprietà di Andrea Bonafede: “Comprato con i soldi del boss”

I carabinieri del Ros e la procura di Palermo hanno messo i sigilli al covo del boss Matteo Messina Denaro. Si trova a Campobello di Mazara, nel trapanese, paese del favoreggiatore Giovanni Luppino, arrestato insieme al boss. L’abitazione è intestata ad Andrea Bonafede, geometra che avrebbe prestato la sua identità al latitante. Non sono stati trovati documenti particolari, tanto che gli inquirenti pensano ci sia un secondo immobile in cui cercare il tesoro di Messina Denaro. Intanto, Andrea Bonafede sta parlando con i pm, a cui ha fatto mezze ammissioni dicendo di conoscere il boss fin da quando era ragazzo e di essersi prestato a comprare, con i soldi di Messina Denaro, la casa in cui ha passato l’ultimo anno. Il geometra è indagato per associazione mafiosa. 

Campobello di Mazara, il covo del boss

Campobello di Mazara è un centro di 11 mila abitanti in provincia di Trapani, a soli 8 chilometri da Castelvetrano, paese d’origine del boss. L’individuazione del covo e la perquisizione sono fondamentali per ricostruire la latitanza del capomafia. Inoltre, diversi pentiti hanno raccontato che il padrino trapanese era custode del tesoro di Totò Riina, documenti top secret che il boss corleonese teneva nel suo nascondiglio prima dell’arresto. “Matteo Messina Denaro abitava qui da almeno sei mesi. Un appartamento, ben ristrutturato, che testimonia che le condizioni economiche del latitante erano buone. Arredamento ricercato, di un certo tenore, non di lusso ma di apprezzabile livello economico” ha dichiarato Fabio Bottino, comandante dei carabinieri. “Perquisizioni e accertamenti sono in corso. Stiamo rilevando la presenza di tracce biologiche, di eventuali nascondigli o intercapedini dove può essere stata nascosta della documentazione. Un lavoro per il quale occorreranno giorni” ha aggiunto.