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Matteo Messina Denaro incontra la figlia in carcere

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Matteo Messina Denaro ha incontrato la figlia Lorenza Alagna in carcere a L’Aquila. Il primo incontro con il padre che non l'ha riconosciuta.

Matteo Messina Denaro ha incontrato la figlia Lorenza Alagna in carcere a L’Aquila. Il primo incontro con il padre che non l’ha mai riconosciuta.

Matteo Messina Denaro incontra la figlia in carcere

Matteo Messina Denaro ha incontrato la figlia Lorenza Alagna in carcere. La donna ha attraversato tutti i controlli e si è seduta in una stanza con il vetro blindato, in attesa di quel padre che non ha mai incontrato e non l’ha mai riconosciuta. Salvo Palazzolo ha raccontato questo incontro su Repubblica. Lorenza Alagna è nata il 17 dicembre 1996 dalla relazione del boss con Franca Alagna a Castelvetrano, quando era già latitante da tre anni e mezzo. La donna era già stata interpellata dopo l’arresto del padre. “Non voglio sapere niente, io non esisto” aveva detto ai giornalisti. In un diario il boss parlava di lei, chiedendosi perché era arrabbiata con lui e non voleva vederlo. Dopo il suo arresto Lorenza aveva detto ai parenti di non avere nessuna intenzione di andare ai colloqui con il padre. In una serie di pizzini indirizzati alla famiglia Messina Denaro ha criticato la figlia, definendola “degenerata nell’infimo“.

Le critiche di Messina Denaro verso la figlia

Messina Denaro aveva parlato del necrologio che la nipote del boss Bonafede aveva fatto scrivere alla morte del nonno, per poi fare il paragone tra sua figlia e tante altre figlie appartenenti a famiglie mafiose. “Ebbene, nessuno ha fatto la fine di Lorenza, sono tutte sistemate, che voglio dire? È l’ambiente in cui cresci che ti forma, e lei è cresciuta molto male” scriveva Messina Denaro. In realtà, Lorenza e la madre Franca hanno vissuto fino ai suoi 18 anni nella casa di Messina Denaro, dove vive la madre. “La mancanza del padre non è di per sé motivo di degenerazione educativa, è solo Lorenza che è degenerata nell’infimo, le altre di cui so sono tutte cresciute onestamente” scriveva ancora il boss.

Mia figlia non l’ho mai vista; ha il destino di essere orfana di padre. Se la vita ha tolto a me per dare a lei mi sta bene. Può prendersi tutto ciò che mi resta per darlo a lei. Quando crescerà sarà in grado di capire e potrà giudicarmi. Non accetto il giudizio dei tribunali ma accetterò il giudizio di mia figlia” ha scritto il boss nelle lettere che si è scambiato con Antonio Vaccarino, ex sindaco di Castelvetrano.