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Matteo Renzi: i dieci punti per il 2015

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Nella sua prima lettera dell’anno il premier Matteo Renzi elenca i dieci principali punti da affrontare nel 2015 per rilanciare l’Italia. Nella mail, abbastanza articolata, Renzi ricorda quali sono i prossimi appuntamenti pubblici, si tratta di un vero e proprio “manifesto dei dieci punti”...

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Nella sua prima lettera dell’anno il premier Matteo Renzi elenca i dieci principali punti da affrontare nel 2015 per rilanciare l’Italia. Nella mail, abbastanza articolata, Renzi ricorda quali sono i prossimi appuntamenti pubblici, si tratta di un vero e proprio “manifesto dei dieci punti” per l’anno appena cominciato. Il primo decreto dell’anno, il n. 1/2015, riguarderà la città di Taranto. Si cercherà di rilanciare questa città salvando l’Ilva.

Altro punto nodale riguarda la scuola. Dopo il 22 Febbraio, giorno in cui il PD organizzerà una manifestazione nazionale sul tema scuola, il Consiglio dei ministri affronterà i seguenti temi: abolizione del precariato e supplenze, atti normativi sugli insegnanti, formazione professionale e tecnica, educazione motoria, arte, inglese, educazione civica, alternanza scuola lavoro, valutazione degli insegnanti nella scuola e criterio del merito. La novità principale della Legge di stabilità è il Job Acts che riforma il mondo del lavoro.

La legge delega approvata dal Parlamento porterà modifiche importanti anche per le tasse: il Fisco diventerà più a misura di cittadino, chiaro, semplice e improntato alla trasparenza. Il giorno 20 Febbraio è la data ultima entro cui portare tutti i decreti delegati pronti in Consiglio dei ministri. Previsti provvedimenti interessanti anche nel settore della Pubblica Amministrazione: razionalizzazione forze dell’ordine, scommessa sul digitale, semplificazione, conferenza dei servizi, silenzio assenso, sono soltanto alcuni dei punti al vaglio del Governo.

Un cenno anche alla cultura (domeniche con ingresso gratuito ai musei in tutta Italia), alla legge elettorale e alla riforma costituzionale, con la nascita del Senato delle Autonomie. E all’Europa, di cui si auspica l’avvento di una politica economica che metta in primo piano gli investimenti.