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Maturità 2018, ultimo anno per la terza prova

Il 2018 è l'ultimo anno per la terza prova di maturità

Allarmanti le percentuali di studenti che copiano o ricevono suggerimenti durante il quizzone, che dal 2019 verrà abolito.

Ultima prova scritta per i maturandi dei 2018. Il 25 giugno (il 27 nel caso di scuole utilizzate come seggio elettorale) è la data scelta dal Ministero dell’Istruzione per la terza prova, anche conosciuta come “il quizzone“. È la prova di maturità più temuta dagli studenti e, secondo le statistiche, quella in cui i ragazzi tendono maggiormente a copiare o a chiedere “aiutini” ai professori. Ma le cose stanno per cambiare: dal 2019 gli scritti all’esame di Stato saranno soltanto due.

Maturità 2018, la terza prova

La terza prova è l’ultima degli scritti all’esame di maturità, ma è anche la più temuta dai maturandi. Forse è per via della sua natura multidisciplinare. A differenza della prima e della seconda prova, infatti, il “quizzone” verte non su una, ma su quattro o cinque materie, a discrezione della commissione d’esame. Ai ragazzi è dunque richiesta la capacità di passare da una disciplina all’altra in un tempo molto breve: la durata della prova varia dalle 2 alle 3 ore. Non sono poi molte, se si considera che ogni quesito è una domanda aperta che spesso prevede una risposta piuttosto articolata.

Un’altra grande differenza tra le prime due prove e la terza è la stesura delle tracce. Il tema e la prova di indirizzo sono stabiliti dal Ministero, che comunica la traccia alle scuole per via telematica. I quesiti della terza prova sono invece redatti dai docenti che compongono la commissione d’esame di ogni classe. Condizione che può giocare a favore degli studenti in caso di commissari interni particolarmente benevoli, ma che è una lama a doppio taglio quando a scrivere le domande sono i commissari esterni.

La prova prevede il raggiungimento di un massimo di 15 punti e la sufficienza è fissata al 10.

Copiatura e suggerimenti

Secondo le recenti statistiche, il 60% dei maturandi del 2017 ha ammesso di aver copiato durante la terza prova. Una percentuale di gran lunga superiore rispetto alla quota di “furbetti” nel corso degli altri scritti: il 22% per quanto riguarda il tema, il 30% per la seconda prova. L’alto tasso di copiatura durante il quizzone è dovuto soprattutto alla paura che porta gli studenti a ricorrere a escamotage per assicurarsi di arrivare all’orale con un buon punteggio.

Ma sembra che i ragazzi siano più disposti a copiare anche perché consapevoli della facile distrazione da parte dei commissari che dovrebbero sorvegliarli. Molti sono i professori che chiudono un occhio davanti ai bigliettini degli studenti o che fingono di non sentire i bisbigli in aula.

Del resto, sono gli stessi insegnanti a favorire il clima di iniquità in cui si svolge la terza prova. Nel 2017, 3 studenti su 5 hanno dichiarato di aver ricevuto “suggerimenti” dai propri professori circa le domande del quizzone. In alcuni casi, ai ragazzi è stata addirittura mostrata la traccia con giorni di anticipo.

Il fallimento della terza prova

Sono molti gli insegnanti che interpretano questi dati come un vero e proprio fallimento della terza prova. Un fallimento che deriva innanzitutto dal comportamento degli stessi professori, rei non solo di favorire copiatura e facilitazioni, ma anche di non aver saputo interpretare correttamente la natura della terza prova. Nelle linee guida, il Ministero sottolinea che l’obiettivo della prova è verificare la capacità di sintesi dei ragazzi davanti a materie diverse tra loro ma collegate da un elemento comune. I quattro o cinque quesiti dovrebbero dunque presentare una qualche correlazione tra loro. Raramente, però, queste indicazioni sono seguite dalle commissioni e la terza prova si è trasformata in un quizzone nozionistico.

Maturità 2019: le novità

Ma anche l’epoca della la terza prova di maturità è giunta al termine. Il quizzone, introdotto nel 1997 dal ministro Luigi Berlinguer, è stato abolito dalla ministra Valeria Fedeli nel 2017. I maturandi del 2018 saranno quindi gli ultimi ad affrontarla. Dal 2019, l’esame di Stato si articolerà in due sole prove scritte, seguite dal colloquio orale. Per accedere alla maturità, i ragazzi dovranno arrivare a giugno con la sufficienza in tutte le materie e nelle prove invalsi di italiano, matematica e inglese. Durante il colloquio orale sarà posta particolare enfasi sull’esperienza di alternanza scuola-lavoro e si potranno ottenere fino a 20 punti, contro i 15 del vecchio ordinamento. Maggiore peso sarà inoltre attribuito ai crediti accumulati negli anni del triennio: 40 invece di 15.