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Maturità a 46 anni: "Realizzo l'incompiuta della vita"

Maturità a 46 anni per Stefano Padoan

Non è mai troppo tardi per tornare sui banchi di scuola e realizzare i propri sogni: ecco cosa insegna la storia di Stefano Padoan.

La maggior parte dei maturandi, se potesse, farebbe di tutto per non dover affrontare l’esame di Stato e per poter salutare la scuola superiore senza la fatidica maturità. Eppure, c’è anche chi, pur essendo già anagraficamente maturo, torna sui banchi e si cimenta in prove scritte e orali per prendere quella grande “incompiuta della vita” che è il diploma. È il caso di Stefano Padoan, 46 anni, consulente informatico e maturando 2018 all’istituto tecnico Volta di Pavia.

Maturità a 46 anni

Non è mai troppo tardi per imparare e mettersi in gioco. Lo sa bene Stefano Padoan, consulente informatico 46enne di Pavia, che a 40 anni, con un lavoro, moglie e figli, ha deciso di iscriversi a un istituto serale e che a giugno 2018 affronta la maturità, in vista del tanto agognato diploma. “Realizzo l’incompiuta della mia vita“, ha dichiarato a Tgcom24. Parole che rivelano il grande valore che Stefano dà a quello che per molti ragazzi, maturandi come lui, è un semplice pezzo di carta. Tra gli oltre 500mila maturandi 2018 che danno per scontata, spesso con insofferenza, la propria presenza sui banchi davanti alle prove orali e scritte, ce n’è uno che ha voluto tagliare questo traguardo con forza, anche a costo di arrivarci con quasi 30 anni di ritardo.

La sua storia è stata resa nota grazie al dottor Roberto Burioni, che ha condiviso sulla propria pagina il tweet di Padoan alla vigilia della prima prova di maturità.

Stefano Padoan su Twitter

Sui banchi di scuola

Non dev’essere stato semplice tornare sui banchi di scuola a 40 anni, in mezzo a quelli che ora Padoan chiama affettuosamente “i miei bambini”. Tutto questo, sottolinea, è stato possibile solo grazie a sua moglie. “Ha pensato a tutto mia moglie che nell’estate di 5 anni fa cercava un centro estivo per i nostri figli e si è imbattuta in Comune nel manifesto che pubblicizzava i corsi serali. Ha parlato con il docente coordinatore, ha pagato l’iscrizione e poi mi ha preso appuntamento con la scuola. Sono uscito da quell’incontro che ero iscritto”. Quello, ricorda, è stato un anno molto speciale per la famiglia Padoan: “Io iniziavo la prima superiore e in quello stesso settembre mio figlio era in prima elementare”.

Quella di Stefano è una vera e propria rivincita sul passato: “Dopo le medie mi ero iscritto allo scientifico, ma avevo lasciato. Una crisi, poi il lavoro e restava la grande incompiuta della mia vita, che era il diploma”. Diploma che, con tutta probabilità, otterrà con un risultato da fare invidia ai suoi colleghi più giovani: “Ora sono soddisfatto, sono stato ammesso alla Maturità con 23 crediti e 9,11 di media. Mi sono impegnato e ho studiato tanto in questi anni: lavoravo e studiavo. Tutto possibile grazie al sostegno della mia famiglia”.

La prima prova

Come tutti i maturandi, Stefano Padoan ha affrontato la prima prova il 20 giugno. “Ho scelto il saggio breve su creatività e innovazione e ho utilizzato gran parte della mia esperienza di vita, visto che ho qualche anno in più rispetto ai miei compagni”. Il suo racconto rivela un animo scrupoloso, da perfezionista: “Il saggio breve si fa in due ore durante l’anno. Mi sono preso tutto il tempo che volevo, potevo consegnare anche 45 minuti prima, ma ho preferito leggere e rileggere in tutta calma”.

Nonostante il traguardo importante, ha dichiarato di aver passato una notte prima degli esami tranquilla. Diversa la situazione prima della seconda prova. “Quella passata è stata tranquilla. Stanotte in vista di Estimo sarà un po’ agitata, anche se è una materia che mi piace tantissimo. Sarò molto più teso per la terza prova, quella multidisciplinare: è una lotteria”.

Progetti futuri

Il diploma è ormai alle porte, il sogno di una vita sta per realizzarsi. Ma a questa novità non seguirà necessariamente uno stravolgimento nella vita del maturando 46enne. “È già stato un anno di grandi cambiamenti. A settembre vedremo. Al momento questo titolo non è collegato con il mio lavoro, anche se l’ambito delle costruzioni mi interessa molto”. Tra libri ed esami, Stefano non dimentica di essere un marito e un padre: “Sicuramente ora mi dedicherò a mia moglie e ai miei figli, che in questi anni di studio ho trascurato. Ma senza di loro non avrei raggiunto questo traguardo”.