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Maturità 2018: trend positivo e boom di lodi in Puglia

maturità 2018

Le prestazioni dei diplomati italiani in aumento rispetto al 2017. Il primato delle lodi al Sud, dati in contrasto con i risultati degli Invalsi.

Buone notizie giungono direttamente dal Ministero dell’Istruzione, chiuso in positivo il bilancio degli Esami di Stato della scuola secondaria di II grado. I numeri della Maturità 2018 rilevati dal MIUR evidenziano una, seppur lieve, diffusa crescita delle performance degli studenti italiani. Cresce la percentuale dei promossi e aumentano anche i rendimenti scolastici, in calo invece le bocciature. Mentre si evidenzia una differenza geografica che stupisce.

Le prestazioni degli studenti in crescita rispetto al 2017

Concluse le intense giornate d’esame per l’anno 2018 è arrivato il tempo delle valutazioni anche per il Ministero dell’Istruzione. Assolutamente incoraggiante il quadro che emerge dai numeri messi a disposizione dal MIUR.

In termini generali si registra una crescita percentuale dei diplomati con votazione superiore a 70/100: sono il 64,4% contro il 62,5% del 2017. Nel dettaglio, le ragazze e i ragazzi con un voto fra 91 e 99 sono il 9%, nel 2017 erano all’8,5%. Il 19,6% delle studentesse e degli studenti ha conseguito una votazione tra 81 e 90, rispetto al 18,9% dello scorso anno. In leggero aumento i 71-80: salgono al 28,8% dal 28,6% del 2017.

Cresce anche la percentuale di studenti scrutinati ammessi all’Esame di Stato che si attesta 96%, di questi il 99,6% è stato promosso, un lieve aumento rispetto al 99,5% dell’anno 2017.

Incoraggianti anche i numeri sulle eccellenze tra i diplomati 2018, la percentuale delle lodi assegnate agli studenti e alle studentesse di tutta Italia è dell’1,3%, un anno fa erano l’1,2% mentre i 100 salgono al 5,7%, rispetto a 5,3% dello scorso anno.

A calare sono invece i punteggi sotto il 70: il 27,8% delle maturande e dei maturandi ha conseguito una votazione tra il 61 e il 70, fascia di voto che nel 2017 era stata conseguita dal 29%. I 60 scendono al 7,8%, rispetto all’8,5% del 2017. Mentre solo lo 0,4% degli oltre 500 mila ragazzi che hanno svolto l’esame di stato è stato bocciato.

Quelle differenze che fanno riflettere

Tutti promossi, e con voti alti, soprattutto al Sud. Ed è subito chiaro il contrasto con i preliminari dati Invasi.

Esaminando nel dettaglio i numeri pubblicati dal Ministero dell’Istruzione emerge un dato in controtendenza rispetto al quadro dipinto dall’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo e di istruzione.

Stando all’ultimo rapporto Invalsi, “nella scuola secondaria di secondo grado, riproducendo il quadro che emerge anche dall’indagine internazionale Pisa (Programme for International Student Assessment), il Nord ottiene risultati superiori sia alla media italiana che alla media Ocse; mentre il centro ha un risultato in linea con la media dell’Italia, più bassa della media Ocse; invece il sud e le isole hanno risultati inferiori sia alla media italiana che alla media Ocse”.

Quella spaccatura tra Nord e Sud che i dati Invalsi vorrebbero a favore delle regioni settentrionali subisce, a conti fatti, un netto ribaltamento: i 100 e lode tra i diplomati classe 2018 sono globalmente 6.004; in termini di dati assoluti la regione con il più alto numero di Lodi è la Puglia (1.066), seguita da Campania (860) e Lazio (574). Anche guardando al rapporto percentuale tra diplomati con lode e popolazione scolastica territoriale a prevalere sono le regioni del Sud Italia: il primo posto se lo aggiudica sempre la Puglia, con un 3%, mentre, per fare solo un esempio, la Lombardia si attesta in fondo alla classifica, con lo 0,6%.

Licei al primo posto per le lodi

Quello che invece restringe il divario geografico sono le differenze tra diverse tipologie di percorso. In tutta Italia le votazioni nei Licei si confermano mediamente più alte con il 2,2% di lodi contro lo 0,7% di quelle raggiunte dagli studenti degli istituti professionali. Tuttavia anche il settore delle scuole professionali conferma il trend positivo con una diminuzione dei numeri di coloro che conseguono la votazione minima: ai tecnici si è passati dall’11,2% al 10,6% e ai professionali dall’11,6% all’11%.