> > Mazzola ricorda Pelè: "Era un alieno di cui volevo rubare i segreti"

Mazzola ricorda Pelè: "Era un alieno di cui volevo rubare i segreti"

Sandro Mazzola con Pelè

"Un alieno di cui volevo rubare i segreti, in Messico lui era a due metri ma in realtà era sulla Luna": Sandro Mazzola ricorda l'inimitabile Pelè

Sandro Mazzola ricorda Pelè: “Era un alieno di cui volevo rubare i segreti”. Il campione interista e della Nazionale italiana si abbandona all’amarcord sulla finale mondiale a Messico 1970 quando O Rei si consacrò asso. Ha detto Mazzola in una intervista a Repubblica: “Pelé era un alieno, accarezzava il pallone e intanto sorrideva”. Sandro Mazzola ha un ricordo dolce amaro del campione carioca morto per un tumore al colon nella serata del 29 dicembre ad 82 anni: è quello di una mitica finale mondiale per quella che una volta si chiamava Coppa Jules Rimet ed aveva addirittura un trofeo diverso da assegnare. 

Mazzola ricorda Pelè: “Era un alieno” 

Ecco, quel trofeo all’Italia lo soffiò un undici brasiliano stellare di cui la stella più stella di tutte era appunto Pelè. “Prima della finale del 1970 in Messico non smettevo di guardalo. Volevo carpire i suoi segreti, ma non c’erano risposte: quella era arte“. Il campione dell’Inter e figlio del fuoriclasse torinista Valentino ha ricordato O Rei e ha detto: “C’è stato Pelè e poi tutti gli altri. Lo guardavo giocare lì sullo stesso campo e non credevo ai mei occhi”. E ancora: “Lui era a due metri ma in realtà era sulla Luna”

“Gli guardai le scarpe per capire come faceva”

Mazzola ha spiegato con malinconia e rammarico che “oggi se ne va una parte di me”. Le parole di Mazzola descrivono quei momenti: “Entrammo in campo per il riscaldamento e guardavamo soltanto lui, come si muoveva, cosa faceva. Gli osservai le scarpe, cercando di carpire chissà quale segreto, se avesse i tacchetti di gomma o di cuoio, come potesse accarezzare il pallone in quel modo. Inseguivo la risposta a un segreto che risposte non ha: si chiama arte”.