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Meloni attacca Museo Egizio: fa solo pubblicità in arabo

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Aspre le critiche del leader di Fratelli d'Italia nei confronti del Museo per un'iniziativa culturale.

Divampa nuovamente la polemica per l’iniziativa lanciata, per il secondo anno consecutivo, dal Museo Egizio di Torino che prevede un biglietto gratis agli arabi che si presentano alla biglietteria in coppia. Un’iniziativa rilanciata con dei cartelloni pubblicitari apparsi in questi giorni sui bus cittadini. Una soluzione, ritenuta dal direttore Christian Greco, da vedere come “un mezzo per condividere il prezioso patrimonio del museo con le genti del paese d’origine di quel patrimonio”. La promozione messa in atto dal Museo Egizio non è però per niente piaciuta a Giorgia Meloni e a Matteo Salvini, che attraverso i social, hanno espresso tutto il loro disappunto.

L’attacco di Meloni e Salvini

Attraverso la propria pagina Facebook, il leader di Fratelli d’Italia, ha attaccato il Museo Egizio soprattutto per la pubblicità in arabo comparsa sui vari bus cittadini. “Ricordiamo che il museo Egizio di Torino prende sovvenzioni pubbliche, è finanziato – scrive la Meloni su Facebook – coi soldi degli italiani e che tra i cinque membri del CdA ci sono un esponente designato dal Comune di Torino, uno dalla Regione Piemonte e il presidente nominato direttamente dal ministero dei beni culturali”. Da qui, arriva l’affondo del leader di Fratelli d’Italia che parla di un “Mìmix letale di governo Pd-M5s”, invitando così i cittadini a votare coloro che invece hanno a cuore prima di tutto il bene degli italiani.

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Non è da meno neanche Matteo Salvini, leader della Lega, che sempre su Facebook ha scritto: “Razzismo contro gli italiani, pazzesco! Al Museo Egizio di Torino (finanziato dai cittadini italiani) biglietti sconto solo per i visitatori arabi. Ma siamo matti? Qualcuno deve chiedere scusa e dimettersi. Ovviamente giornali e telegiornali nasconderanno la cosa”.

La risposta del Museo Egizio

Il pesante attacco del centrodestra italiano non ha però scalfito il Museo Egizio, che rilancia l’iniziativa spiegando che le motivazioni che l’hanno spinta a promuoverla per il seconda anno di fila sono legate solo al marketing e alla cultura. “Abbiamo rilanciato questa campagna per il pubblico arabo – asserisce il portavoce del Museo Egizio di Torino – convinti che il compito di tutti i musei del mondo sia quello di aumentare l’audience senza fermarsi davanti alla barriere della lingua e della religione. Non è un caso se le nostre audio-guide sono in sette lingue. Per noi è un’operazione di marketing culturale, non certo politica – viene ancora specificato – e ci spiace se il nostro scopo non sia stato capito e che possa venir strumentalizzato. Si tratta di una campagna locale, mirata a raggiungere le migliaia di persone di lingua araba che risiedono a Torino e provincia, ma che è stata anche allargata ai social attraverso l’azione di un’agenzia nazionale specializzata in comunicazione etnica a cui abbiamo dato il mandato”.