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Meloni controreplica al Senato: “Alzeremo il tetto al contante e taglieremo il cuneo fiscale”

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Controreplica di Giorgia Meloni al Senato: tanti i temi trattati dal presidente del Consiglio come povertà, cuneo fiscale e tetto al contante.

Al termine delle repliche al Senato, Giorgia Meloni ha ripreso parola per la controreplica. In questo frangente, il presidente del Consiglio ha toccato svariati temi che spaziano dalla povertà al cuneo fiscale, dal tetto al contante alla guerra in Ucraina.

Meloni controreplica al Senato: la povertà

A margine del dibattito avviato nel primo pomeriggio al Senato, ha avuto inizio la controreplica del presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Dopo aver ringraziato i senatori che sono intervenuti per un “dibattito franco, rispettoso e soprattutto composto”, Meloni ha affrontato numerosi temi rispetto alle diverse criticità emerse e le accuse rivolte al Governo rispetto alle scarse risorse di cui l’esecutivo disporrà.

“Emerge una realtà, gli interventi ci aiutano a fare una grande operazione di verità sulle condizioni dell’Italia che ereditiamo anche da chi ci accusa”, ha detto il premier nella sua replica al Senato.

“Forse è un racconto più sincero di quanto è stato fatto in altri tempi in cui si sbandierava e si brindava per l’abolizione della povertà: è bene che gli italiani sappiano le condizioni che ereditiamo”, ha aggiunto. “A maggior ragione con risorse limitate devi scegliere una strada, dove vuoi andare e poi ragioni sui provvedimenti concreti. Per questo io e FdI abbiamo scelto di non fare mai parte di maggioranza arcobaleno, distoniche. Prima bisogna vedere dove vogliamo andare, dare una visione e poi fare calare da quella visione i provvedimenti”.

Il tema della crisi energetica

Il presidente del Consiglio, poi, si è focalizzato sul tema della crisi energetica, precisando: “Tutto quello che si può fare contro la speculazione siamo pronti a farlo. Servono misure che nel medio-termine liberino l’Italia da una dipendenza energetica inaccettabile. penso all’estrazione di gas naturale, Penso che le risorse nazionali vadano utilizzate come chiede l’Europa. Poi estraggono altre nazioni e non è che il gas estero inquina di meno – e ha aggiunto –. Non possiamo pensare di demolire filiere di eccellenza produttiva nazionale per assecondare obiettivi stabiliti prima della guerra e in un contesto diverso da quello di oggi. Non ci renderemo mai disponibili a passare dalla dipendenza dal gas russo alla dipendenza dalle materie prime cinesi, non mi sembra una strategia intelligentissima”.

Meloni controreplica al Senato: “Taglieremo il cuneo fiscale”

Giorgia Meloni ha anche rivendicato la necessità di procedere al taglio al cuneo fiscale: “Se non partiamo dal taglio del cuneo fiscali i salari saranno bassi comunque e voi questo taglio non lo avete fatto. È stata fatta una scelta diversa che ha impattato meno. Impegno arrivare progressivamente a un taglio fiscale di cinque punti. Due terzi ai lavoratori, un terzo alle aziende. Naturalmente ha un costo rilevante ed è un impegno di medio-termine. Il contrasto al lavoro povero è per tutti noi una priorità, ma capiamoci su come combatterlo”.

E ha rimarcato: “Io penso che il salario minimo legale rischi di non essere una soluzione ma uno specchietto per le allodole perché sappiamo tutti che gran parte dei contratti di lavoro dei dipendenti è coperto dai Contratti nazionali che già prevedono salari minimi. Allora il problema per me è estendere la contrattazione collettiva. Ma perché in Italia i salari sono così bassi? Perché la tassazione è al 46%. Per questo serve un taglio di 5 punti del cuneo fiscale”.

Tetto al contante e Pnrr

Oltre al cuneo fiscale, ha affrontato anche la questione del tetto al contante che il Governo ha intenzione di alzare. Proprio nella giornata di mercoledì 26 ottobre, Matteo Salvini ha annunciato di aver presentato una proposta per procedere alla misura.

“Vado random da un tema all’altro ma cerco dare risposte. Tetto al contante. In questi anni abbiamo assistito a una discussione ideologica, collegandolo al tema dell’evasione fiscale. Lo dirò con chiarezza, non c’è correlazione fra l’intensità del limite al contante e la diffusione dell’economia sommersa. Ci sono paesi in cui il limite non c’è e l’evasione è bassissima, sono parole di Piercarlo Padoan, ministro dei governi Renzi e Gentiloni, governi del Pd”, ha detto Meloni. “Confermo che metteremo mano al tetto al contante che tra l’altro, penalizza i più poveri, come emerge anche dai richiami alla sinistra da parte della Bce”, ha precisato, sottolineando anche che da un lato “rischia di non favorire la nostra competitività” visto che paesi come Austria o Germania non ce l’hanno.

Un altro nodo cruciale sul quale il presidente del Consiglio si è soffermato riguarda il Pnrr. “Il cronoprogramma delle spese del Pnrr prevedeva al 31 dicembre di quest’anno avremmo speso 42 mld. Nel Def di aprile scorso il dato è stato aggiornato a 33,7 mld. Nella nota di aggiornamento del Def, prevede per il 2022 21 miliardi, meno della metà. È andato tutto bene? Forse no. Per questo ci carichiamo la responsabilità di dare anche velocità all’attuazione del Pnrr”, ha osservato in sede di replica al Senato.

A proposito del Pnrr, inoltre, ha precisato: “Se potete mostrarmi quando mai io abbia detto che volevo stravolgere il Pnrr vi sarò grata. Abbiamo detto una cosa chiara, non abbiamo mai detto che lo volevamo riscrivere ma che in base all’articolo 21 del Next generationEU sono consentiti aggiustamenti sulla base di scenari che dovessero cambiare. Non c’era ancora la guerra, i prezzi delle materie prime non erano così alti. È lecito ragionare se tutte le risorse e su quali siano gli interventi più efficaci in questo tempo o no?”.

Il conflitto russo-ucraino

Affrontato, poi, anche il problema della guerra in Ucraina: “L’unica possibilità, da che mondo è mondo, per favorire i negoziati nei conflitti è che ci sia un equilibrio. A meno che mi vogliate dire che la pace si ottiene con la resa, la pace si ottiene proseguendo con il sostegno all’Ucraina, consentendole di difendersi. Ho grande stima della Nazione che vado a governare, però pensate che la posizione che l’Italia decide di tenere sulla situazione in Ucraina, se l’Italia si voltasse dall’altra parte – e io non lo farò mai – barattando la sua posizione per la propria tranquillità, cosa farebbe l’occidente? La stessa cosa! Non cambierebbe dunque l’esito per l’Ucraina, ma l’approccio che altri avranno su di noi, sulla nostra credibilità, affidabilità anche sul piano commerciale”.

Durante la controreplica al Senato, Giorgia Meloni ha ricordato che “il nostro volume di esportazione con la Russia è più o meno dell’1% mentre con il resto dell’occidente più o meno dell’80%. Ciò che decidiamo sull’Ucraina decidiamo del destino dell’Italia”.

L’appello di Giorgia Meloni all’opposizione durante la controreplica al Senato

Infine, il presidente del Consiglio ha rivolto un appello all’opposizione: “Noi abbiamo fatto sempre un’opposizione molto franca, credo che il dibattito sia il sale della democrazia. Credo che diverse volte si è potuto contare sul sostegno di FdI. Ci chiesero, quando votammo sulla riduzione dei parlamentari, ‘cosa vi aspettate in cambio?’. Niente, perché la condividiamo. E questo coraggio e questa lealtà che posso chiedere all’opposizione, che si possa parlare nel merito, che non si facciano dibattito ideologici. Mi auguro che vogliate valutare i provvedimenti nel merito e valutare se votarli o meno”.