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Messalina,imperatrice e prostituta

Imperatore Claudio

Messalina: imperatrice e prostituta nella Roma d.C. Moglie di Claudio, famosa per le opere di Giovenale, si raccontano le sue gesta d'amore e di sesso.

Valeria Messalina – consorte dell’Imperatore Claudio – visse nella Roma del primo cinquantenario dopo Cristo. Era nata in una famiglia patrizia imparentata con i Giulio-Claudio. Era giovane e bellissima: tutti la desideravano. Fu costretta dall’Imperatore Caligola a sposare Claudio, più anziano di lei di 30 anni. Claudio era zoppo, balbuziente e già sposato due volte. Nonostante ciò ebbe da lui due figli: Claudia Ottavia e Cesare. Ucciso Caligola per mano pretoriana, lei e suo marito Claudio divennero imperatori di Roma.

Messalina la prostituta

Da sempre il nome Messalina è sinonimo di donna lasciva, di facili costumi, ma perché questa fama? Ella era un’imperatrice giovane e inquieta. Non amava molto la vita di corte. Preferiva di gran lunga una vita trasgressiva e sregolata. Storie e leggende varie tramandate nel tempo raccontano che si prostituiva mostrandosi completamente depilata, con i capezzoli dorati, gli occhi truccati da una mistura di antimonio e nerofumo. Secondo il racconto di Plinio il Vecchio, Messalina una volta sfidò in gara la più celebre prostituta dell’epoca. Vinse la sfida superando la sua avversaria nel numero di rapporti sessuali avuti consecutivamente, ovvero 25 concubitus (rapporti) in 24 ore. Fu proclamata invicta e, a detta di Giovenale, “lassata viris, nondum satiata, recessit” (“stanca, ma non sazia di uomini, smise”).

L’uccisione di Messalina

Valeria Messalina si innamorò di Gaio Silio, marito di Giulia Silana. Gaio Silio ripudiò la moglie e divenne l’amante di Messalina. Mentre l’imperatore Claudio si trovava a Ostia, nel 48 d.C. durante una festa dionisiaca a palazzo, i due amanti inscenarono il loro matrimonio. Claudio fu informato dal liberto Narciso del finto matrimonio. Così, forse preoccupato che il rivale Gaio Silio volesse succedergli sul trono, decretò la morte dei due amanti. Mentre Gaio Silio non oppose resistenza e chiese una morte rapida, l’imperatrice si rifugiò nei giardini di Lucullo, ma ben presto fu trovata e uccisa da un tribuno inviato dal liberto Narciso.

Messalina secondo Giovenale

La fama di Messalina la si deve soprattutto al grande poeta e misogino Giovenale, che ne descrisse la doppia vita nelle sue opere. Secondo Giovenale, la donna più importante di Roma, moglie di Claudio, faceva la prostituta. Ogni notte, non appena il marito si addormentava, la donna si copriva con un lungo e pesante mantello scuro. Indossava una parrucca bionda per nascondere i bei capelli neri e si recava nel solito bordello dove, con lo pseudonimo di Licisca, si concedeva ai clienti. La meretrice-imperatrice soddisfaceva ogni richiesta dei suoi clienti e si faceva pagare le proprie prestazioni, esattamente come una qualsiasi prostituta. I versi di Giovenale recitano che Messalina era sempre l’ultima a lasciare la stanza “ancora tesa e ardente di libidine, stanca di maschi, ma non saziata”. Infine, a malincuore e col viso sporco, rientrava a Palazzo portando “il fetore del postribolo nel talamo imperiale”.