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Messico, primo caso sospetto di epatite acuta di origine sconosciuta

Già una decina i cadi di epatite pediatrica in Italia

In Messico è stato segnalato il primo caso sospetto di epatite acuta di origine sconosciuta: si tratta di un ragazzo di 15 anni attualmente ricoverato.

Il ministero della Salute del Messico ha rilevato il primo caso sospetto di epatite acuta di origine misteriosa riferito ad un bambino attualmente isolato all’ospedale pediatrico di Sinaloa. Le autorità hanno affermato che è in condizioni stabili.

Epatite acuta in Messico

Si tratta in particolare di un ragazzo di quindici anni residente nella capitale dello stato di Culiacan, attualmente in cura medica presso una struttura sanitaria. Secondo quanto riferito dalle autorità, nel fine settimana del 14/15 maggio 2022 ha manifestato i sintomi di contagio e, come secondo i protocolli, è stato segnalato come caso sospetto della malattia virale.

Per il momento è l’unico caso ipotetico finora riscontrato in Messico dopo quelli registrati negli Stati Uniti e in Europa. Nel nostro continente sono circa 450 le epatiti acute pediatriche segnalate che non sono ancora state ricondotte ad una specifica causa.

Una nuova ipotesi sull’origine

Negli ultimi giorni ha iniziato a farsi strada una nuova ipotesi sulla possibile origine della malattia basata sugli studi effettuati dai ricercatori su due virus, ovvero Covid e adenovirus. La prima infezione da può in casi rari interessare anche il fegato e causare infiammazione sistemica, mentre la seconda attacca l’apparato gastrointestinale e solo in pazienti immunodepressi può causare rare epatiti: la nuova pista prevede che entrambi i sospettati abbiano un ruolo nella genesi delle epatiti acute pediatriche.

Due medici americani specializzati in immunologia pediatrica hanno evidenziato come il Covid, che moltissimi bambini hanno contratto, contiene una potenziale sequenza superantigenica. Con superantigene si intende una proteina o una parte di essa riconosciuta dal nostro sistema immunitario in maniera esagerata e spropositata. A ciò si aggiunga che, in alcuni soggetti, il Covid è rimasto a lungo nell’intestino accumulandosi.

Qui entra in gioco l’adenovirus, che di norma può scatenare una risposta immunitaria esagerata: se viene contratto in queste condizioni, può fungere da cerino e dare origine all’epatite. Attualmente i ricercatori suggeriscono esperimenti e test per poter confermare o invalidare la propria ipotesi.