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Messico, vittoria di Obrador: è primo presidente di sinistra

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Exit poll parlano di una schiacciante vittoria del populista Lopez Obrador. E' lui il primo presidente di sinistra del Messico

Il populista López Obrador è il nuovo presidente del Messico. Le urne testimoniano un’ampia vittoria del leader di centro-sinistra del movimento Morena. E’ lui il primo presidente di sinistra del Paese sud americano. L’importanza e l’eccezionalità dell’evento è stata sottolineata immediatamente da un tweet di congratulazioni da parte del presidente americano Donald Trump.

La svolta messicana: Obrador presidente

Per il Messico è iniziata una nuova era. Si è aperta con la giornata di lunedì 2 luglio 2018. Nella mattinata, infatti, è stata annunciata l’ampia vittoria nelle elezioni presidenziali di Andrés Manuel López Obrador, noto come “Amlo”, acronimo del suo nome. Le elezioni si sono svolte nella giornata di domenica primo luglio. Obrador è leader di centro-sinistra del movimento Morena.

Poco dopo la chiusura dei seggi, gli exit poll di Televisa e Azteca, le principali tv del Paese, avevano fornito una anticipazione della schiacciante vittoria che avrebbe ottenuto Obrador. La conferma arriva dalle urne: valanga di voti per il leader populista. L’attuale presidente messicano era al suo terzo tentativo di assicurarsi la massima carica dello Stato.

Il fatto che si sia più volte candidato, mettendosi in gioco per ottenere l’alta carica, gli ha permesso di godere di 20 punti di vantaggio sugli avversari. Questa tendenza è poi stata confermata dai primi dati di un conteggio rapido realizzato sulla base di seggi campione. Il sondaggio è stato realizzato dall’Istituto nazionale elettorale. I dati parlavano di una vittoria superiore alla soglia del 53% dei voti. Dietro di lui Ricardo Anaya (Pan-Prd) è sopra al 22% e José Antonio Meade (Pri) si sarebbe fermato fra il 15,7 ed il 16,3%.

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L’affluenza alle urne è stata fra il 62,9 ed il 63,8% degli aventi diritto. Decisivo per Obrador anche il voto dei giovani. Gli elettori nella fascia di età tra i 18 e i 29 anni in Messico sono 25 milioni, il 29,2% del totale. Morena ha anche conquistato Città del Messico con la sua candidata a sindaco Claudia Sheinbaum.

Le dichiarazione del nuovo presidente

Mentre decine di migliaia di persone si riunivano nella storica piazza dello Zócalo a Città del Messico, López Obrador ha pronunciato un primo discorso in cui ha invitato i messicani alla riconciliazione. Il presidente ha subito voluto assicurare i suoi numerosissimi elettori. Infatti, ha garantito che la coalizione da lui guidata (“Juntos Haremos Historia”) “non punta a costruire una dittatura, per cui i cambiamenti promessi avverranno in base all’ordine istituzionale esistente”. López Obrador ha garantito anche diritti inalienabili fortemente richiesti dai cittadini messicani.

Il suo governo garantirà “libertà di espressione, imprenditoriale e religiosa”. Poi ha ribadito il primato dei diritti consacrati nella Costituzione.

Nelle sue prime dichiarazioni dopo il voto, Obrador ha anche annunciato: “combatterò ed eliminerò la corruzione dal Messico”.

Il tweet di Donald Trump

L’importanza dell’evento è stata sottolineata immediatamente da un tweet scritto dal presidente americano Donald Trump.

Dopo essersi congratulato con il vincitore, ha assicurato: “Sono ansiosissimo di poter lavorare con lui. C’è molto che può essere fatto per beneficiare a Stati Uniti e Messico!”.

Il leader che incanta il Messico

Le idee politiche di López Obrador sono agli antipodi rispetto a quelle del suo predecessore. Dopo una prima formazione nel PRI, il partito di Peña Nieto, già nel 1988 Amplo si allontanò dal centro destra per unirsi a un gruppo indipendente di separatisti di sinistra guidato dal figlio di Lázaro Cárdenas, ex militare ed ex presidente del Messico, che aveva fondato il Partito della rivoluzione democratica di cui López Obrador divenne leader.

Sessantaquattro anni, tre figli e due mogli (la prima è morta anni fa). López Obrador si è laureato in scienze politiche a Città del Messico dove ha cercato riscatto dopo l’infanzia vissuta nel piccolo villaggio di Tepetitán nello Stato di Tabasco.

E’ proprio a Città del Messico che ha iniziato a occuparsi seriamente di politica. Così è arrivato alla poltrona di primo cittadino della città nel 2000. Nel 2006 e nel 2012 si è candidato a Presidente perdendo per qualche manciata di voti. All’indomani degli spiacevoli esiti elettorali, aveva guidato per diverse settimane una rivolta contro presunti brogli che ne avrebbero impedito l’elezione.

Risale al 2006 la fondazione del partito Morena. Dopo la discussa sconfitta elettorale, Amlo ha fondato il Movimento di Rigenerazione Nazionale (Morena), che aveva come primo obiettivo quello di riunire tutti coloro che chiedevano un cambiamento.

Contro la corruzione, per la ridistribuzione delle risorse, nemico delle elite di potere, dei privilegi e dei raccomandati. Obrador si è detto pronto a concedere internet gratis in tutte le scuole del Paese. E’ agguerrito contro i narcos, ben consapevole del grave problema della droga e del narcotraffico. Infatti, il nuovo presidente è desideroso di dare ai giovani possibilità alternative al mercato della droga. Il leader non dimentica le sue origini: è alleato del poverissimo sud del Messico, mentre strizza l’occhio al potente nord che confina con il Texas.