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Sindaco di Messina: "Metterò i migranti nelle baracche"

Messina, migranti in baracche. Sindaco: "Nessun avviso"

Il sindaco di Messina Cateno De Luca ha dichiarato che sistemerà i migranti nelle baracche. Il primo cittadino non era stato avvisato.

Il sindaco di Messina Cateno De Luca ha dichiarato che sistemerà i migranti nelle baracche. Il primo cittadino non era stato avvisato del trasferimento dei migranti della Diciotti e ha lanciato la provocazione.

“Nessuno mi ha avvisato”

“Nessuno si è degnato di chiamarmi per coinvolgermi in questa storia”. Cateno De Luca ha solo parole di fuoco. Da quando il sindaco di Messina ha appreso dai giornali che i migranti della Diciotti saranno trasferiti nell’ex caserma nel rione Bisconte, ha lanciato la provocazione. “I migranti? Metto a disposizione le baracche, quelle dove attualmente vivono 10 mila messinesi tra amianto, fogne a cielo aperto e sporcizia. Qualcuno mi accuserà di razzismo? Prima, però, dovrà spiegarmi perché in quelle strutture fatiscenti può viverci un italiano, ma un migrante no”.

La caserma abusiva

Sulla propria pagina Facebook, il primo cittadino di Messina ha pubblicato una foto che ritrae un documento secondo cui l’ex caserma è abusiva. Il sindaco ipotizza nel post che forse sarebbe questo il motivo per cui nessuno gli abbia detto nulla. De Luca ha fatto un’ordinanza di sgombero , da effettuare entro il 31 ottobre 2018: “Ho chiesto la dichiarazione dello stato di emergenza al Governo. Intanto devo trovare il posto per loro e sono pronto a requisire mezzo mondo. Non voglio i bambini che giocano tra la fogna e i ratti. Per me questa gente ha la priorità rispetto ai migranti“.

“L’Italia non può fare da sola”

Secondo il sindaco di Messina l’Europa dovrebbe fare di più, non lasciando sola l’Italia. In merito alla condotta del Ministro dell’Interno, De Luca – riporta Leggo – si è detto favorevole: “Al di là del fatto che su tante cose la pensiamo in maniera diversa, ha fatto bene. Badiamo bene, non per la vicenda in sé, ma perché c’è un tema di fondo che è lo stesso che pongo io a Messina. Io ho 10 mila persone nelle baracche da 110 anni: 2.500 nuclei familiari che vivono tra i topi, sotto l’amianto, senza rete fognaria. Queste baracche sono lì dal terremoto del 1908, ecco perché dico che Messina era la città meno adatta in cui fare l’hotspot”. Non si pronuncia invece sulla vicenda giudiziaria di Salvini, in quanto il sindaco si ritiene non adatto a parlare del rapporto politica-magistratura. Su di lui, infatti, pende il coinvolgimento su alcune vicende giudiziarie.