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Micale in semilibertà, omicidio preterintenzionale

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Micale è in stato di semilibertà, dopo una condanna di 11 anni per omicidio preterintenzionale dell'ispettore della polizia di Stato Filippo Raciti.

Micale è in semilibertà. La giustizia è uguale per tutti, questo è scritto in ogni tribunale. A volte però ci si chiede il motivo per cui certe condanne si risolvano in stati di semilibertà o addirittura libertà controllata. E’ questo il caso di Daniele Natale Micale, uno degli ultrà condannati a 11 anni di reclusione per la morte dell’ispettore della polizia di Stato Filippo Raciti. Da poco prima di Natale in stato di semilibertà.

Daniele Natale Micale in stato di semilibertà

Micale

Solo per i pochi che non ricordano i fatti di cronaca passati, chiariamo chi è Daniele Natale Micale. Si tratta di un giovane di 30 anni, uno dei due ultrà del Catania condannati per la morte dell’ispettore della polizia di Stato Filippo Raciti. Sbagliare è umano, ma c’è chi è morto. La famiglia di Filippo Raciti, probabilmente si chiederà perchè si deve morire per difendere gli altri.

Era il 2 febbraio 2007, il fatto è accaduto allo stadio Massimino durante il derby col Palermo assieme all’allora minorenne Antonino Speziale. Quest’ultimo rimane in carcere. Micale, nel passato novembre del 2012, è stato condannato definitivamente a 11 anni di reclusione. Ora è in stato di semilibertà, ma il rappresentante delle forze dell’ordine ha perso la vita. Il suo posto in famiglia rimarrà vuoto.

Omicidio preterintenzionale

Daniele Natale Micale ha già scontato oltre metà della condanna in carcere a Catania, ed ora ha un residuo pena di meno di 4 anni. Sono stati i difensori di Micale, gli avvocati Eugenio De Luca e Matteo Bonaccorsi a richiedere la semilibertà del loro assistito. Gli avvocati, ovviamente, fanno il loro lavoro, difendere, anche se a volte ci si chiede perchè farlo.

Il 30enne, condannato per omicidio preteritenzionale ad 11 anni, esce di carcere al mattino per andare a lavorare e rientra la sera, trascorrendo la notte in prigione. Il Tribunale ha infatti ritenuto di poter concedere la semilibertà nell’ottica “del graduale reinserimento sociale” al fine di consentire a Micale di “svolgere attività lavorativa come dipendente” di un supermercato.

Possibile la semilibertà

Approvando la tesi degli avvocati De Luca e Bonaccorsi, legali di Micale, il Tribunale ritiene sussistano i presupposti per la concessione del beneficio. Micale “ha scontato oltre la metà della pena, fruisce regolarmente di permessi premi e da alcuni mesi è ammesso al lavoro esterno e ha svolto anche volontariato” all’esterno del carcere.

Inoltre, sottolineano i giudici, non ha precedenti né carichi pendenti e “le neutre informazioni di Ps fanno ritenere che non sussistano attuali collegamenti con la criminalità organizzata“. Rimane ancora in carcere, invece Antonino Speziale, condannato a 8 anni di galera, per lo stesso reato, all’epoca dei fatti minorenne.

Il provvedimento poco prima dello scorso Natale. La giustizia ha sentenziato, ai posteri l’ardua sentenza. Che penserà la famiglia di chi rappresentava la giustizia, l’ispettore della polizia di Stato Filippo Raciti, privata del loro caro, mentre stava lavorando per difendere la pace e sedare l’entusiasmo fuori luogo, che è una minaccia? Micale ora è in semilibertà, il familiare non c’è più.