Emanuele Ruggerone Argomenti trattati
La Commissione UE al fianco dell’Italia nella decisione di aprire nuove strutture per il rimpatrio dei migranti. Da valutare l’efficacia.
Tutte le premesse fanno pensare che uno dei temi centrali del prossimo anno rimarrà quello relativo all’emergenza migranti. La Commissione Europea ha espresso apprezzamento per “la decisione del governo italiano di aprire strutture aggiuntive dedicate al rimpatrio di migranti irregolari”, ma la strada verso la soluzione del problema sembra ancora molto lunga.
Italia, rimpatri per gli irregolari
Il governo italiano sta mettendo a punto un piano per fronteggiare il problema dell’immigrazione e la novità sembra soprattutto essere la volontà di rimpatriare tutti i migranti irregolari. Scelta apprezzata in ambito europeo, come ha dichiarato una portavoce della Commissione UE, ma la cui efficacia dovrà essere valutata a fronte del numero effettivo degli arrivi.
Arrivi soprattutto dall’Africa occidentale
La rotta mediterranea si è confermata, nel 2016, una delle principali vie di immigrazione verso il Vecchio Continente. Coinvolta è stata soprattutto l’Italia. Secondo i dati dell’agenzia europea Frontex, gli arrivi durante l’anno scorso sono stati in totale più di 180 mila, con un incremento del 20% rispetto al 2015.
Quella che gli esperti definiscono “pressione migratoria” è risultata quindi in aumento e, secondo le attuali valutazioni, tenderà a crescere ancora nell’arco del prossimo anno. E’ in particolare da Paesi dell’Africa occidentale che arriva il maggior numero di immigrati: dal 2010, gli ingressi in Italia da quest’area sono aumentati di quasi 10 volte.
Migranti in aumento solo lungo la rotta mediterranea
Sempre secondo i dati diffusi dall’agenzia Frontex, i migranti arrivati in Europa nel corso del 2016 sono stati circa mezzo milione. Di questi, 364 mila sono giunti nel nostro continente via mare.
La rotta mediterranea è l’unica per la quale si è registrato un aumento consistente e l’unica per la quale tale aumento è previsto anche nel corso del 2017. Gli arrivi in Grecia sono infatti calati in modo significativo (quasi -80%) a seguito degli accordi con la Turchia, mentre la rotta balcanica è passata dagli oltre 750 mila arrivi del 2015 ai circa 120 mila dell’anno scorso.
