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Migranti: costrette a prostituirsi per passare il confine

La tragedia dei migranti in una foto della ONG Open Arms

Save the Children pubblica un rapporto sullo sfruttamento minorile in Italia. A Ventimiglia esplode il fenomeno del Survival Sex

Il 30 luglio è la data scelta come Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani, formalmente bandita da decenni, nei fatti perpetrata sempre ai danni di chi non ha mai avuto scelta. Quei migranti che ogni giorno intraprendono il “viaggio della speranza” in direzione delle coste italiane e non in cerca di futuro, lavoro, ricongiungimento famigliare o la semplice prospettiva di questi. A pochi giorni da questa data, il 27 luglio 2018, Save the Children diffonde il rapporto “Piccoli schiavi invisibili 2018” che svela la tratta dell’orrore dello sfruttamento dei minori in Italia. Facendo emergere il fenomeno sommerso del Survival Sex, ragazzine costrette a prostituirsi in cambio di un passaggio alla frontiera: una tratta dell’orrore che passa da Ventimiglia.

Un fenomeno sommerso

Il rapporto è la cruda fotografia della tratta e dello sfruttamento dei minori in Italia. Un fenomeno in gran parte ignorato e altrettanto difficilmente quantificabile, che resta in gran parte sommerso. Il problema principale è costituito dall’abbandono precoce delle strutture di accoglienza: ” Sebbene le comunità di accoglienza ospitino per lo più ragazzi, infatti, particolarmente significativa risulta la presenza di ragazze minorenni la cui propensione all’abbandono è molto alta e che una volta entrate nell’alveo dell’invisibilità rimangono esposte ad abusi e soprusi enormi” si legge sul sito di Save the Children.

Al 31 maggio 2018, 4.570 minori risultano irreperibili nel nostro Paese, hanno cioè abbandonato le strutture di accoglienza in cui erano stati inseriti, in particolare nelle regioni del sud.
Questo proprio il caso delle migranti minorenni che a Ventimiglia, al confine italo-francese, si vedono costrette a prostituirsi per guadagnare i soldi necessari ad attraversare la frontiera, pagando ai passeurs somme tra i 50 e i 150 euro per il viaggio in auto.

I numeri della tratta dell’orrore

Secondo stime dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), della Fondazione Walk Free in
collaborazione con l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, nel 2016 oltre 40 milioni di persone sarebbero state costrette in stato di schiavitù su scala globale. Di queste, circa 29 milioni, ossia una maggioranza pari al 71%, sarebbero donne e ragazze.

Lo sfruttamento della prostituzione minorile

Degli oltre 40 milioni di vittime censite un numero piuttosto consistente, si stima che oltre 4 milioni e mezzo, siano vittime di sfruttamento sessuale. Numeri da brivido a cui si deve aggiungere il dato secondo cui, tra tutti gli individui ridotti in schiavitù, i minori si confermerebbero come il gruppo più consistente: oltre i 10 milioni.
Per quanto attiene al caso specifico dell’Italia il Dipartimento per le Pari Opportunità, malgrado la sua natura sommersa, è riuscita a offrire una stima indicativa del fenomeno schiavitù e sfruttamento: nell’ambito del Piano Nazionale Anti-Tratta, nel corso del 2017 le vittime minori inserite in protezione sono state complessivamente 200. Il 46% dei minori emersi è stato sfruttato sessualmente.

Nigeriane e rumene

Inoltre, tra gennaio 2017 e marzo 2018, le unità mobili del progetto di Save the Children “Vie d’Uscita” sono entrate in contatto con 1.904 vittime di tratta e sfruttamento, di cui 1.744 neo-maggiorenni o sedicenti tali – nella maggioranza dei casi costrette a mentire al momento dello sbarco – e 160 minorenni. Vittime di questa tratta dell’orrore in Italia sono soprattutto ragazze nigeriane e rumene.

Dal rapporto emerge che tra le ragazze nigeriane che giungono in Italia 8 su 10 sarebbero potenziali vittime di tratta a fini di sfruttamento sessuale. Numero che ha fatto registrare, tra il 2014 e il 2016, un incremento del 600 per cento.

Il silenzio istituzionale

“Le nostre evidenze – spiega Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children – ci dicono che l’interruzione, a settembre 2017, del programma europeo di relocation ha contribuito in maniera importante a costringere i minori in transito a riaffidarsi ai trafficanti o a rischiare la propria vita pur di varcare i confini, così come continua ad accadere a Ventimiglia, a Bardonecchia o al Brennero”. Fortunatamente, al lento risveglio collettivo della mente e delle coscienze degli italiani corrisponde l’attivismo delle organizzazioni umanitarie, che hanno già messo in campo una serie di interventi atti ad arginare il traffico di schiavi.

Save the Children è presente nelle principali aree di sbarco alla frontiera sud, nelle maggiori città di transito come Roma, Milano e Torino – dove è attivo il progetto CivicoZero – e ai principali valichi di confine terrestre al nord del Paese. Il progetto “Via d’Uscita”, attivo dal 2012 in Abruzzo, Calabria, Marche, Sardegna e Roma, offre supporto specifico ai minori reclutati nel circuito della prostituzione. Grazie a questo progetto nel 2017 sono state 29 le ragazze emerse dalla tratta e accompagnate all’autonomia con programmi di formazione e avviamento al lavoro.

Infine, dal 2016, l’Organizzazione ha attivato la Helpline Minori Migranti, destinata a minori stranieri non accompagnati e a tutti coloro che hanno necessità di ricevere informazioni, dai familiari dei minori agli operatori delle strutture di accoglienza, dai volontari ai comuni cittadini. Il servizio, gratuito e multilingue, è attivo dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 17, al numero verde 800 14 10 16 oppure, per gli utenti Lycamobile, 3512202016.