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Migranti, fermata imbarcazione diretta in Italia

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Le autorità tunisine sono riuscite a fermare un altro tentativo da parte di alcuni migranti di arrivare illegalmente in Italia

Le autorità tunisine sono riuscite a fermare un altro tentativo da parte di alcuni migranti di arrivare illegalmente in Italia, intercettando un’imbarcazione al largo di El Karine, nel governatorato di Medenine.

Migranti, fermato un altro tentativo di sbarco illegale in Italia

Un ennesimo tentativo di migrazione illegale verso l’Italia è stato sventato da parte delle autorità tunisine, che sono riuscite ad intercettare un’imbarcazione al largo di El Karine, nel governatorato di Medenine.

In particolar modo, a bordo di questa imbarcazione sono stati trovati in totale nove tunisini, che stavano provando a raggiungere illegalmente le coste italiane. A rendere nota la notizia è stato il Ministero degli Interni di Tunisi che ha anche precisato che il Pubblico Ministero ha disposto la convalida dello stato di fermo nei confronti di sette delle nove persone che sono state fermate.

Strage sulle coste dello Yemen: morti diversi migranti, costretti dallo scafista a buttarsi in mare

Sempre per quanto riguarda il tema dell’immigrazione, c’è da segnalare l’ennesima strage avvenuta nel corso della serata di ieri sulle coste dello Yemen. Un gruppo di 120 migranti etiopi e somali sono stati fatti volutamente annegare da parte di uno scafista in quell’area di mare.

A riferirlo è l’agenzia Oim che ha definito quanto accaduto come “scioccante e disumano”. La stessa fonte riporta che in totale i morti sono ventinove, mentre i dispersi sono ventidue. Lo scafista avrebbe costretto queste persone a gettarsi in mare dopo aver visto le autorità sulle coste: “Erano tutti piuttosto giovani, l’età media era di circa 16 anni”, ha dichiarato la portavoce dell’Oim.

Il personale dell’Oim ha ritrovato i resti dei ventinove migranti morti sepolti su una spiaggia nella provincia yemenita di Shabwa, lungo il golfo di Aden. Gli operatori dell’Onu hanno anche prestato soccorso nei confronti di altre ventisette persone che erano rimaste sulla spiaggia, mentre altri ancora sono scappati appena sono arrivati a riva. Molti di loro, invece, sono rimasti sulla spiaggia per seppellire i compagni di viaggio che purtroppo non ce l’hanno fatta.

Il capo della missione in Yemen, Laurent de Boeck, ha spiegato cosa hanno raccontato i sopravvissuti di questa strage: “I sopravvissuti ci hanno detto di essere stati costretti a buttarsi in acqua, alcuni spinti fisicamente in mare dallo scafista che poi è ripartito per tornare in Somalia e prendere un altro carico di persone”.