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Migranti: nave Aquarius in Spagna e non a Malta. Ecco perché

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Alla fine la nave Aquarius con 629 migranti a bordo attraccherà in Spagna. Malta, come l'Italia, ha continuato a tenere chiusi i propri porti.

Alla fine il braccio di ferro tra l’Italia e Malta si è concluso grazie alla mediazione della Spagna. La nave Aquarius della Ong Sos Mediterranee attraccherà infatti a Valencia. Il neo premier socialista Pedro Sanchez ha spiegato infatti che è suo dovere “evitare una catasfrofe umanitaria”. L’Aquarius, con a bordo 629 migranti, tra cui bambini e donne incinte, vagava nel Mediterraneo da sabato. La politica dell’accoglienza è stata sostituita dal ministro dell’Interno Matteo Salvini con quella della chiusura dei porti. Ma Malta non ha cedutto al “ricatto”.

Nave Aquarius in balia dei politici

Da sabato la nave Aquarius della Ong Sos Mediterranee è respinta dai porti italiani. “Nel Mediterraneo ci sono navi con bandiera di Olanda, Spagna, Gibilterra e Gran Bretagna, ci sono Ong tedesche e spagnole, c’è Malta che non accoglie nessuno, c’è la Francia che respinge alla frontiera, c’è la Spagna che difende i suoi confini con le armi, insomma tutta l’Europa che si fa gli affari suoi” aveva scritto ieri sera Matteo Salvini su Facebook.

“Da oggi anche l’Italia comincia a dire NO al traffico di esseri umani, NO al business dell’immigrazione clandestina. Il mio obiettivo è garantire una vita serena a questi ragazzi in Africa e ai nostri figli in Italia” annunciava quindi il ministro dell’Interno. Da questo momento, l’Aquarius è rimasta in balia delle onde e dei politici. E alcuni di questi hanno dimostrato come anche le proprie idee possano infrangersi se di mezzo c’è lo scoglio governativo.

Il sindaco del MoVimento 5 Stelle Filippo Nogarin aveva annunciato infatti su Facebook che avrebbe aperto il porto di Livorno. “Io capisco perfettamente che si voglia dare un segnale all’Europa, chiedendo un cambio di passo sulle politiche migratorie ma questo Braccio di ferro con Bruxelles non può essere fatto sulla pelle di centinaia di uomini, donne e bambini” scriveva. “Se voltiamo la testa dall’altra parte e smettiamo di ‘essere umani’, finiamo per non essere diversi dagli scafisti, che fanno affari giocando con la vita e la disperazione di migliaia di persone” aggiungeva convinto Nogarin.

Il braccio di ferro con Malta

Dopo poco però il sindaco di Livorno cancella il post su Facebook e richiude il porto. Rimanere umani va bene, ma non se “oggettivamente questo poteva creare dei problemi al governo” ammette candidamente Filippo Nogarin. L’Aquarius con i suoi 629 migranti ha continuato quindi a girovagare nel Mediterraneo mentre il premier Giuseppe Conte annunciava un vertice a Palazzo Chigi. Sul caso è intervenuta infatti anche l’UNHCR, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, che ha chiesto ai “governi coinvolti” di consentire “lo sbarco immediato di centinaia di persone bloccate da sabato a bordo della nave Aquarius”.

Oltre all’Italia il governo maggiormente coinvolto è quello di Malta, che però rifiuta quasi sempre di accogliere i profughi soccorsi in mare dalle navi Ong. La Valletta ha sempre sostenuto di essere un Paese troppo piccolo e con troppi pochi mezzi economici per riuscire a sostenere lo sbarco di migliaia e migliaia di migranti. E in effetti, stando a quanto scrive Il Giornale, nel 2016 accolse appena 1.700 persone contro le quasi 40mila arrivate in Italia.

Anche Malta ha aderito alla Convenzione di Amburgo ma finora non ha messo in campo (anzi in acqua) un programma adeguato per pattugliare la vasta area Sar (ricerca e soccorso) che gli è stata assegnata nel Mediterraneo. Sempre il Giornale riporta infatti che Malta non ritiene vincolanti le linee guida dell’Imo, quelle che prevedono l’obbligo per lo stato responsabile dell’area Sar di accettare gli sbarchi. La Valletta infatti finora non ha ratificato gli emendamenti alle Convenzioni Sar e Solas del 2014. In base a tale norme l’approdo sicuro per i naufraghi “ricade sul Governo contraente responsabile per la regione Sar in cui i sopravvissuti sono stati recuperati”.

Ragion politica o ragione umanitaria?

Nelle scorse ore anche Margaritis Schinas, portavoce della Commissione europea, ha esortato affinché le autorità maltesi o italiane permettessero lo sbarco della nave Aquarius. Prima della ragion politica viene “l’imperativo umanitario, stiamo parlando di persone” sottolineava Schinas, aggiungendo: “Rivolgiamo un appello affinché le persone siano sbarcate velocemente e ricevano le cure”.

“Ieri il premier Conte ha inviato due motovedette con medici a bordo, questa mattina ne sono state inviate altre due: le condizioni a bordo sono buone, ci sono viveri e stiamo aspettando l’ufficialità della risposta di Malta” ha rassicurato a stretto giro il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. “È necessario, stavolta, – ha aggiunto però – che tutti comprendano che il diritto internazionale non può prevedere un’Italia abbandonata a se stessa. Noi salveremo sempre le vite umane, ma Malta è la spia di un’Europa che deve cambiare”.

La prima vittoria di Salvini

Alla fine, visto che né Malta né l’Italia retrocedevano di un passo è arrivata la decisione della Spagna di aprire per la nave Aquarius il porto di Valencia. “E’ nostro obbligo aiutare ad evitare una catastrofe umanitaria e offrire un porto sicuro a queste persone” ha infatti annunciato il premier socialista a forte vocazione europeista Pedro Sanchez.

Soddisfazione da parte di Matteo Salvini che sui social scrive: “Prima VITTORIA! 629 immigrati a bordo della nave Aquarius in direzione Spagna, primo obiettivo raggiunto!”. Il ministro dell’Interno ribadisce infatti: “Non sta scritto da nessuna parte che gli immigrati debbano sbarcare tutti, e sempre, in Italia. Stiamo facendo di più noi in una settimana che la sinistra in sette anni”.

Ed infatti poche ore fa annuncia: “Oggi anche la nave Sea Watch 3, di Ong tedesca e battente bandiera olandese, è al largo delle coste libiche in attesa di effettuare l’ennesimo carico di immigrati, ovviamente da portare in Italia. – avvertendo – Basta. Salvare le vite è un dovere, trasformare l’Italia in un enorme campo profughi no”. “L’Italia ha smesso di chinare il capo e di ubbidire, stavolta C’È CHI DICE NO” conclude Salvini citando una canzone di Vasco Rossi.