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Piantedosi sui migranti: "L'Italia non diventerà un centro di raccolta"

Piantedosi Matteo

Il post negoziato che piace al centrodestra: raggiunta l'intesa tra gli Stati membri sui due principali regolamenti nel nuovo Patto per la migrazione e l'asilo, la voce di Matteo Piantedosi

Il post negoziato che piace al centrodestra. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi rilascia un’intervista al Corriere della Sera mentre si reca all’aeroporto: parla dell’intesa raggiunta tra gli Stati membri sui due principali regolamenti nel nuovo Patto per la migrazione e l’asilo.

Accettare i soldi non sarebbe (stata) una soluzione

Sul tema della solidarietà obbligatoria il ministro ha dichiarato: «L’Italia non ha mai pensato a nulla di diverso che fosse rispettoso della cornice giuridica internazionale. Siamo riusciti a tenere la nostra posizione, abbiamo trovato mediazione su altre cose, siamo soddisfatti. È una giornata importante ma è un punto di partenza. Abbiamo le prospettive di realizzazione quello su cui abbiamo negoziato. […] Abbiamo preferito non accettare compensazioni in denaro che finanziassero l’Italia perché riteniamo di avere una dignità di Paese fondatore dell’Unione e, pertanto, di non avere bisogno di compensazioni in denaro per diventare il centro di raccolta dell’Unione. Abbiamo preferito puntare a un meccanismo che rimane di compensazione da parte dei Paesi che non accettano il ricollocamento dei migranti e per il quale le risorse vadano a finanziare un fondo appositamente istituito e gestito dalla Commissione Ue per realizzare progetti di quella cosiddetta dimensione esterna che per la prima volta viene concretizzata in atti dell’Ue e su cui ha sempre fatto pressione il governo Meloni da quando si è insediato in tutte le sedi possibili».

C’è il rischio collasso?

Alla domanda sul margine a disposizione del Paese nella gestione dell’arrivo dei migranti prima che il sistema collassi, Piantedosi non si è mostrato miope e, carico di propositi, ha risposto: «Abbiamo accettato la sfida delle procedure di frontiera, anzi le abbiamo anticipate perché con il decreto legge approvato a Cutro le abbiamo previste e abbiamo ottenuto un sostegno finanziario e un sostegno logistico dall’Ue per la corretta realizzazione di queste procedure. C’è poi una clausola di rinegoziazione di uno o due anni a seconda dei vari oggetti: se ha funzionato si rinnova l’intesa, viceversa si cambia. Abbiamo accettato le procedure perché l’Italia, la Grecia e Malta sono Paesi fisiologicamente di primo approdo: non è che se non si accetta di realizzare le infrastrutture per fare le procedure di frontiera i migranti sulle nostre coste non arrivano, quindi abbiamo preferito fare un discorso di lungo periodo. Siamo profondamente convinti che il nostro governo è un governo che durerà, che ha prospettiva e che deve pensare quindi a progetti di medio e lungo periodo».