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Migranti: porti chiusi e nave USA abbandona in mare 12 corpi

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La Trenton recupera nel Mediterraneo 40 migranti ma abbandona in mare 12 corpi perché i porti italiani restano chiusi alle Ong straniere.

La politica dei porti chiusi per le navi delle Ong straniere inaugurata da Matteo Salvini comincia a creare non pochi problemi a chi soccorre i migranti in mare. La Us Navy Trenton, una nave della marina militare americana, è stata infatti costretta ad abbandonare nelle acque del Mediterraneo 12 cadaveri. Sull’imbarcazione non hanno celle frigorifere. Avevano chiesto il trasbordo dei migranti soccorsi sulla Sea Watch ma lo staff della Ong tedesca lo ha negato. Prima, spiega, deve avere l’assicurazione di poter attraccare in un porto vicino.

Nave USA soccorre migranti

Qualche giorno fa Matteo Salvini in un post su Facebook chiariva: “Oggi anche la nave Sea Watch 3, di Ong tedesca e battente bandiera olandese, è al largo delle coste libiche in attesa di effettuare l’ennesimo carico di immigrati, ovviamente da portare in Italia. Associazione tedesca, nave olandese, Malta non si muove, la Francia respinge, l’Europa se ne frega. Basta”. Il messaggio era chiaro. Dopo il caso dell’Aquarius, il ministro dell’Interno ribadiva che le navi di Ong straniere impegnate nel Mediterraneo non potranno attraccare nei porti italiani.

“Salvare le vite è un dovere, trasformare l’Italia in un enorme campo profughi no. – aggiungeva il ministro dell’Interno – L’Italia ha smesso di chinare il capo e di ubbidire, stavolta c’è chi dice no”. La politica dei porti chiusi finora ha portato 629 migranti ad affrontare un viaggio in mare di almeno quattro giorni prima di poter toccare terra spagnola. E l’impossibilità di dare degna sepoltura a dodici profughi.

Di queste ore infatti la notizia che la Us Navy Trenton, una nave della marina militare americana, è stata costretta ad abbandonare in mare dodici cadaveri. La Trenton, in missione nel Mediterraneo centrale, martedì ha soccorso quaranta migranti alla deriva su un gommone. Insieme ai superstiti aveva recuperato anche dodici corpi. Subito dopo il soccorso, l’equipaggio della Trenton chiama sia la guardia costiera libica che quella italiana. L’Italia risponde però che il salvataggio non è stato coordinato da Roma e quindi non spetta al nostro Paese indicare il porto.

Sea Watch nega trasbordo

A questo punto, la Trenton chiede aiuto alla Sea Watch, nave di una Ong tedesca impegnata da tempo nel Mediterraneo per recuperare i migranti che tentano la traversata. Anche la Sea Watch precisa che a bordo non ci sono celle frigorifere, e quindi non possono prendere né corpi né supersititi se prima non gli assegnano “un porto sicuro che non sia più lontano di 36 ore di navigazione”. A quel punto, dopo due giorni d’impasse, la Trenton è costretta a gettare in mare i dodici cadaveri.

“Non ci sono salme a bordo della Trenton – conferma l’ufficio delle pubbliche relazioni della Us Navy a La Repubblica – l’equipaggio continua a prendersi cura delle quarante persone soccorse. Ci stiamo coordinando con i nostri partner internazionali per decidere la destinazione delle persone a bordo”. In attesa che l’Italia o qualche altro Paese dell’Unione europea batta un colpo, la nave americana continua quindi vagare in mare con i quaranta superstiti a bordo. La Sea Watch invece ha proseguito a pattugliare la zona Sar.

“E’ inaccettabile che persone che sono state letteralmente raccolte dall’acqua, che hanno visto i loro amici annegare, siano bloccate in mare senza un porto pronto ad accoglierle. – denuncia la Sea Watch – Questa è una condanna schiacciante della politica dell’Unione Europea”.