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Migranti sfruttati per lavoro agricolo: 14 arresti

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Quattordici persone arrestate a Cosenza per sfruttamento. Facevano lavorare nei campi i migranti ospitati in due centri d'accoglienza pagandoli 15-20 euro al giorno.

Facevano lavorare nei campi i migranti ospitati in due centri di accoglienza. E li pagavano tra i 15 e i 20 euro al giorno per 10 ore di lavoro. Per questa ragione il gip del Tribunale di Cosenza, Salvatore Carpino, ha emesso 14 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti soggetti, accusati a vari titolo dei reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, abuso d’ufficio e tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. I provvedimenti sono stati eseguiti dai carabinieri del comando provinciale di Cosenza. Delle 14 misure cautelati 2 prevedono la custodia in carcere, 4 i domiciliari e 8 l’obbligo di dimora.

I migranti raccoglievano fragole e patate nei campi dell’altopiano della Sila

Le indagini che hanno permesso di portare alla luce la rete di sfruttamento dei migranti, principalmente senegalesi, nigeriani e somali, sono iniziato nel settembre dell’anno scorso. A guidarle il procuratore aggiunto Marisa Manzini e il sostituto Giuseppe Cava, sotto il coordinamento del procuratore capo della Repubblica di Cosenza Mario Spagnuolo. I migranti erano prelevati da due centri di accoglienza straordinaria di Camigliatello Silano (CS), secondo gli inquirenti con la complicità del presidente e di due operatori di uno dei centri, per essere poi portati a lavorare nei campi dell’altopiano della Sila per conto di alcune aziende agricole. Qui si occupavano della raccolta di patate e fragole o di badare agli animali da pascolo.

I centri ricevevano illecitamente i contributi per l’accoglienza dei migranti

Secondo le accuse, il responsabile del centro e i due operatori avrebbero anche manipolato i fogli delle presenze dei migranti, tutti richiedenti asilo, per ottenere i finanziamenti previsti dalla legge per sostenere le strutture che si occupano dell’accoglienza. A lavorare nei campi erano in tutto una trentina di rifugiati, tutti sfruttati in nero per un compenso non superiore ai 2 euro l’ora. E, se si fermavano per riposarsi o erano troppo lenti nel lavoro, sembra che venissero anche picchiati.