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Migranti, sindaco di Riace indagato per concussione, truffa e abuso dʼufficio

Riace

Il sindaco di Riace è indagato per concussione, truffa e abuso d'ufficio nell'ambito dei finanziamenti pubblici sulle politiche integrative.

Domenico Lucano, è il sindaco della cittadina di Riace (famosa per essere la località in cui furono recuperati i meravigliosi Bronzi di Riace), in Calabria: è una persona conosciuta in ambito internazionale grazie alla sua instancabile attività di accoglienza e volontariato in favore dei migranti. Forse in Italia è poco conosciuto, ma il suo modello integrativo, e il suo impegno, sono giudicati efficaci, tanto da essere stato inserito, nel 2016, nella rivista Fortune come una delle 50 personalità più influenti al mondo. La Rai gli ha dedicato un’apposita fiction interpretata da Beppe Fiorello.

E l’U.E. e lo Stato Italiano hanno approvato le sue funzionali iniziative, tanto da essere l’assegnatario di una serie di finanziamenti pubblici spendibili per l’intera comunità di Riace nell’ambito delle attività integrative. Un simile successo è il risultato di un modello di gestione intelligente delle risorse personali e del territorio, nell’ambito di un momento storico così difficile da affrontare.

Le indagini

Eppure, là dove c’è luce c’è anche ombra: la Procura di Locri ha infatti sollevato contro il primo cittadino di Riace l’ipotesi dei reati per concussione, abuso d’ufficio e truffa aggravata ai danni del sistema di accoglienza. La causa di queste accuse? Pare che si sospetti vi siano state delle rendicontazioni dei soldi spesi nel 2014 non chiare e voci di spesa non giustificate. Già da Gennaio la Procura di Reggio Calabria aveva sospeso parte dei finanziamenti per dei sospetti e avviato un’inchiesta, scatenando l’indignazione del sindaco stesso.

Malgrado l’indignazione contro lo Stato, il sindaco Lucano si mostra fiducioso nei confronti della Guardia di Finanza, affermando di non avere nulla da nascondere, anzi, invocando per sé, controlli approfonditi e accurati che possano scagionarlo e riabilitarlo.

Gli altri indagati

Nel frattempo la Guardia di Finanza ha acquisito alcuni documenti presso il comune calabrese e la casa privata del primo cittadino, procedendo al sequestro di computer e cellulari, per chiarire al meglio i fatti e valutare l’eventuale passaggio di dati ritenuti sospetti. Sono inoltre indagati anche altri “attori” appartenenti al circuito delle associazioni legate alle dinamiche integrative sul territorio: Fernando Antonio Capone, presidente dell’associazione «Città futura don Pino Puglisi», e altre cooperative come «Los Migrantes», «Lampedusa», «Centro Italiano di protezione civile SS. Medici», «Girasole», «Riace accoglie» e «Welcome».

Trattasi ancora di ipotesi di reato: dunque nulla è ancora detto, ma sembra che un simile evento possa comunque costituire una scossa tremenda a un modello d’integrazione finora efficace come quello costituitosi nella comunità di Riace. Sembra prospettarsi lo spettro di una possibile chiusura per questa interessante esperimento sociale di integrazione: cosa potrebbe accadere se le accuse si rivelassero fondate? E se non lo fossero, cosa accadrà alla comunità di Riace, visto che questo è il terzo mandato del primo cittadino Domenico Lucano? Quale futuro per questa comunità cosmopolita?